(ANSA) – ROMA, 16 MAG – "C’é senz’altro un problema da affrontare con serie politiche di repressione. Chi viene a lavorare in Italia deve anche rispettarne le regole. Insomma bisogna punire chiunque delinque, di qualsiasi colore esso sia. Ma insieme bisogna costruire nuovi processi di integrazione e d’inclusione dei migranti. Solo così porteremo a regolarità un processo storico inevitabile". Paolo Ferrero, ministro per la Solidarietà sociale, in una intervista a Repubblica commenta la vicenda del bus sequestrato tra Alessandria e Novara da due albanesi. "E’ l’ennesimo disastro figlio della Bossi-Fini" sottolinea il ministro. "Perché siamo ancora sotto il regime della Bossi-Fini. Una legge – aggiunge – che ha ingigantito l’esercito degli irregolari e non ha fatto nulla per una vera integrazione sociale". "Il clandestino – dice ancora il ministro – è più esposto alla malavita sia nella fase del suo ingresso in Italia sia nell’impossibilità di stabilizzarsi e di vivere alla luce del sole". E ancora: "La macchina delle espulsioni non funziona da tempo. Una legge come la Bossi-Fini che ha prodotto un mare di clandestinitàha mandato in tilt le espulsioni. L’unica possibilità di intervento è di portare a regolarità il fenomeno migratorio. Stiamo pensando a modificare rapidamente la legge. Certo la situazione ereditata è drammatica: nel lavoro agricolo per esempio la manodopera in nero è di gran lunga superiore a quella regolare. Per questo credo che andrebbe varato un provvedimento ad hoc. Insomma una regolarizzazione, come ha già fatto il centrodestra in Italia e come ha fatto la Spagna, per tutti quegli immigrati che lavorano in Italia senza i documenti in regola".(ANSA).
(16 maggio 2007)