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“Divieto di burqa, ma senza citare l’islam”

La linea del governo per la nuova legge. Mantovano: "È una questione di ordine pubblico"

Roma – 7 ottobre 2010 – Una legge anti-burqa che però non citi l’Islam, puntando solo sulla tutela dell’ordine pubblico. È la strada da seguire, secondo il governo, per vietare il velo integrale senza rischiare profili di incostituzionalità.

L’ha illustrata ieri il sottosegretario Alfredo Mantovano, intervenendo in commissione affari costituzionali, da mesi impegnata nell’esame di varie proposte di legge in materia.  ”Deconfessionalizzata – ha spiegato Mantovano –  la questione si risolve in quella più generale concernente l’uso di qualunque mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona in luogo pubblico o aperto al pubblico".

Insomma, la linea è quella già sancita dalla legge di sicurezza pubblica in vigore, secondo la quale  “è vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo”. Si tratterebbe però di modificarla per vietare espressamente il velo integrale.

La linea del governo si basa su un parere espresso lo scorso luglio dal Comitato per l’islam italiano, organismo di consultazione insediato dal ministro Maroni al Viminale. Il Comitato spiegava  che "quello del burqa e del niqab non è un obbligo religioso che derivi dal Corano, né è riconosciuto come tale dalla grande maggioranza delle scuole giuridiche islamiche. La materia va dunque deconfessionalizzata”.

EP

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