E così, dopo i cittadini stranieri in Italia (vedi i risultati del nostro sondaggio), anche la Corte di Cassazione ha bocciato la legge Bossi-Fini da poco approvata dall’attuale Governo di destra.
Forse non toccava alla Corte di Cassazione bocciare le nuove regole sull’immigrazione. Forse si è trattato di un peccato di vanità commesso per potere dire, quando arriverà l’attesa sentenza della Corte Costituzionale, "lo avevamo già detto".
Ma poco ci interessa di questa gara a chi è più o meno repressivo. Quello che importa è che la legge è inapplicabile. Come inapplicabile (e repressiva) era la precedente Turco Napolitano.
Il "fronte" della legge italiana sull’immigrazione per arginare la clandestinità oggi prevede:
a) pene (fino a 4 anni) per i cittadini stranieri espulsi ma che continuano a restare in Italia;
b) pene (fino a 3 anni) per i cittadini italiani che danno lavoro a cittadini stranieri clandestini;
c) centri di accoglienza (ma la parola giusta è carceri) in cui gli espulsi attendono l’identificazione.
Si tratta di un complesso di norme in parte già contenute nella Turco-Napolitano ed in parte introdotte dalla Bossi-Fini.
Ma i centri di accoglienza non sono più in grado di accogliere nuovi "ospiti" mentre oltre la metà di quelli che vi vengono stipati finiscono per uscirne dopo 60 giorni senza che si sia riusciti ad individuarne la nazionalità.
Le carceri, poi, già oggi ospitano circa 10.000 veri criminali in più rispetto alla propria capienza massima, ed infatti i giudici di tutt’Italia ben si guardano dall’applicare la norma in questione.
Non merita neanche un commento, infine, l’ipotesi di recludere invalidi e pensionati rei di aver commesso il grave reato di farsi assistere da un infermiere clandestino.
E’ proprio alla luce di queste considerazioni che nei mesi scorsi si è fatta la più grande sanatoria della storia di Europa. Ma ora, come era stato promesso, è il momento della "tolleranza zero".
Non è difficile immaginare che entro qualche mese avremo decine di migliaia di clandestini "criminali" (sono 60.000 le espulsioni annuali che non sono eseguite ma soltanto intimate) e di datori di lavoro altrettanto "criminali" da contenere nelle patrie galere.
E su questo nessuno ha dubbi.
Perché nessuno dubita che si possa davvero frenare i flussi di lavoratori stranieri. E questo non tanto e non soltanto perché la miseria da cui fuggono è enorme ma soprattutto perché il bisogno di lavoratori delle nazione ricche e senza figli è grande e sempre più lo sarà. L’economia e le casse degli enti di previdenza reclamano lavoratori, ma la politica continua ad affrontare l’immigrazione in modo ideologico. Come se si potesse essere favorevoli o contrari al sorgere ed al tramontare del sole!
Che senso ha un decreto flussi che puntualmente prevede meno della metà degli ingressi richiesti annualmente dalle imprese italiane? Come stupirsi se poi in soli 4 anni si accumulano 700.000 lavoratori immigrati clandestini? E che altro resta da fare se non l’ennesima sanatoria?
L’appuntamento, lo sappiamo, è fra 4 anni, solo che questa volta la sanatoria dovrà essere accompagnata da un’amnistia per il reato di immigrazione clandestina.
Noi di Stranieri in Italia lo diciamo ormai da tempo. E’ ora di abolire il superato decreto flussi sostituendolo con una programmazione concordata fra Governo, Enti locali, imprenditori, organizzazioni dei lavoratori e organizzazioni dei datori di lavoro, in cui a fronte di adeguate garanzie per i lavoratori stranieri e per le comunità locali in cui questi vanno ad insediarsi, si concede ai datori di lavoro l’ingresso (rapido) di tutti i lavoratori che desiderano.
Fermo restando che gli errori di cui si parla appartengono tanto alla destra quanto alla sinistra ed in attesa di un ravvedimento dei "politici" ci permettiamo di sperare, ma in cuor loro, credeteci, lo sperano anche Bossi e Fini, che la Corte Costituzionale levi tutti dall’impaccio dichiarando la detenzione per i cittadini stranieri clandestini incostituzionale.
Ci vorrà fantasia per trovare l’appiglio giuridico giusto, ma ce ne vorrà sempre molta meno di quella che a suo tempo ci volle per dichiarare costituzionale la Turco-Napolitano del Governo di sinistra.
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"E’ troppo repressiva" ha detto il massimo organo della magistratura italiana. Premurandosi di aggiungere che lo era anche la precedente normativa (la legge Turco-Napolitano del precedente Governo di sinistra) anche se temperata dai "principi solidaristici contenuti nella nostra Costituzione".
(28 gennaio 2003)
Gianluca Luciano