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“Permesso per protezione a tutti gli sfruttati”

L’Oim dopo l’operazione anti-caporalato di Rosarno. "Condizioni di semischiavitù"

Roma – 27 aprile 2010 – Per “assicurare la protezione necessaria a tutti migranti vittime di violenza e sfruttamento” bisogna utilizzare “in modo più esteso” e “in tutto il territorio italiano” il “Permesso di Soggiorno per protezione sociale”.

Così l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, che ha assistito alcune delle vittime degli scontri di Rosarno dello scorso gennaio. Nove di loro hanno collaborato con la giustizia e hanno ricevuto per questo un permesso di soggiorno per protezione sociale,  rendendo possibile l’operazione anticaporalato scatta ieri nelal piana di Gioia Tauro.

“Gli immigrati, dietro un compenso irrisorio, lavoravano a Rosarno in condizioni di semischiavitù vittime di sfruttatori che approfittavano della loro condizione di irregolarità per violare i più elementari diritti della persona, e costretti a lavorare 14 o 15 ore al giorno per pochi euro, senza sosta e in ogni condizione meteorologica" dice Simona Moscarelli, Esperta Legale dell’OIM.

“A Rosarno – continua Moscarelli – c’era una vera e propria graduatoria dei lavori forzati: i tale contesto i sub-sahariani erano adibiti alle mansioni più faticose per via della loro struttuta fisica.” I migranti che hanno fornito alle autorità elementi utili all’identificazione degli sfruttatori, sono stati collocati in strutture protette della rete nazionale anti-tratta”.

“I migranti vittime di sfuttamento sono i realtà molti di più di quelli intervistati”, racconta Carmela Godeau, Vicedirettore dell’Ufficio Regionale del Mediterraneo dell’OIM. “Solo nel CIE di Bari erano infatti 43 i migranti provenienti da Rosarno e verosimilmente sottoposti allo stesso trattamento disumano e degradante, e molti di loro si trovano anche in Sicilia, nel Casertano e a Roma”.

“C’è da ricordare – conclude Godeau – che lo sfruttamento era comunque perpetrato anche a danno di migranti con regolare permesso di soggiorno, che rappresentavano anzi la maggioranza dei soggetti sfruttati nell’area di Rosarno”.

EP

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