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Rapporto Amnesty 2015, i 10 punti su cui l’Italia deve fare di piu’

Roma, 24 febbraio 2016 – Dall’immigrazione, alla violenza sulle donne, al sovraffollamento delle carceri, passando per il riconoscimento delle famiglie di persone dello stesso sesso fino all’esportazione delle armi. Sono dieci i punti dell’agenda su cui il governo italiano deve lavorare per garantire una maggiore tutela dei diritti umani nel nostro Paese.

E’ quanto ha affermato oggi Amnesty International presentando il suo rapporto annuale 2015-2016. Per l’organizzazione specializzata nella difesa dei diritti umani Roma deve garantire la trasparenza delle forze di polizia e introdurre il reato di tortura “adeguando il nostro ordinamento a quanto stabilito nella Convenzione contro la tortura” di cui e’ firmataria. Deve fermare il femminicidio e la violenza contro le donne impegnandosi soprattutto a mettere in campo degli strumenti di protezione e di prevenzione invece di concentrarsi come ha fatto finora sugli aspetti punitivi. Sull’emergenza migranti, Amnesty afferma che l’Italia deve continuare a proteggere i rifugiati e fermare lo sfruttamento, la discriminazione e la criminalizzazione dei migranti. In particolare dovrebbe abrogare il reato di “ingresso e soggiorno illegale sul territorio” perche’ “i migranti irregolari non sono criminali e andrebbero trattati come tali”.

A seguito dei recenti sviluppi, Amnesty esprime preoccupazione per alcune prassi adottate nei centri di accoglienza sulla base dell'”approccio hotspot”. Fra questi la limitazione dell’accesso alle procedure di asilo in base alla sola nazionalita’ e l’immediata consegna di un decreto di respingimento “differito” nel quale si ingiunge al migrante di lasciare il Paese ma senza fornire l’assistenza necessaria. Amnesty chiede anche all’Italia di aumentare le proprie quote di reinsediamento. Anche per assicurare condizioni piu’ dignitose nelle carceri il governo italiano deve fare di piu’, riducendo innanzitutto il sovraffollamento e introducendo l’istituzione del Garante nazionale dei detenuti previsto dal protocollo della Convenzione contro la tortura. Amnesty auspica la chiusura degli ultimi quattro ospedali psichiatrici giudiziari ancora operativi nel nostro Paese.

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