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Razzismo a Bologna, si rifiutano di affittarle la casa perchè è tunisina

Roma, 10 febbraio 2020 – Succede che nel 2021, in una città universitaria e nota per la sua storia, una ragazza voglia visitare una casa in affitto. E che si senta respingere dopo aver pronunciato il proprio nome. Succede che di fronte a una pandemia, a una crisi economica, a un mondo globalizzato e oramai senza confini se non quelli dettati dall’emergenza sanitaria, alcune persone siano ancora così presuntuose e ignoranti da lasciare fuori una persona per la sua nazionalità. Non è capitato in un disperso paesino di campagna. Questa storia di razzismo nasce a Bologna, e la protagonista è una giovane ragazza di origini tunisine che vive in Italia da vent’anni.

razzismo a Bologna

Razzismo a Bologna, la storia di Afef

Afef è un’insegnante. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Catania, alla Université Paris VIII Vincennes – Saint-Denis. Vive in Italia da vent’anni. Ma il suo nome è straniero, le sue origini sono tunisine. E questo è sufficiente per non affittarle una casa. Lo racconta lei stessa sulla pagina “Africani in Italia“: “Un breve racconto amaro da Bologna”, inizia così la storia. Segue poi la descrizione dettagliata della conversazione: “Buongiorno, chiamo per l’annuncio di una casa in via… Sono un’insegnante referenziata”. “Ah bene, molto bene. La casa è libera, quella faccio vedere anche domani. Un attimo che controllo le disponibilità. Mi da il suo nominativo?”, rispondono dall’altro capo del telefono.

“Sì, certamente. Afef Smaali”, afferma la ragazza. “Ah, ma lei è marocchina?“, dice prontamente l’interlocutore. “No, sono tunisina, e vivo in Italia da 20 anni”, “allora vedrò d richiamarla”, si sente rispondere. “E’ un problema il mio nome?”, “No, ma devo informarmi…“. La conclusione è chiara. “L’ennesimo episodio di razzismo in Italia“, scrive ancora la ragazza su Facebook. “Sono davvero disgustata, ogni volta che si ripete questo episodio, mi si ristringe il cuore, perché mi sono sempre sentita per metà italiana”.

E poi continua: “Appena sono arrivata qui, ho fatto dei grandissimi sforzi per imparare la lingua italiana correttamente, potermi integrare con i miei coetanei e la piccola comunità di Scoglitti. Ho sempre rispettato gli altri, mi sono sempre vantata di vivere in un paese così bello. Ho anche difeso l’Italia certe volte. Ho sempre sognato di far parte di questo Paese ed essere rispettata. Ma purtroppo noto che è qualcosa che non avverrà mai“, conclude con rammarico.

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