Roma, 14 giugno 2023 – Il razzismo e la xenofobia sono temi che, purtroppo, persistono nella società italiana. Un dossier pubblicato sul sito di “Cronache di ordinario razzismo” e redatto da Grazia Naletto, presidente di Lunaria, insieme a Stefania N’Kombo, José Teresa e Roberta Pomponi, esamina il fenomeno in una sessantina di pagine intitolate “Il razzismo nell’anno del ritorno delle destre al potere”. Il documento analizza 366 casi accaduti nel 2022, tra episodi personali, denunce di associazioni e articoli sui media, con l’obiettivo di comprendere la commistione tra fatti, narrazione, comunicazioni mediatiche, riforme istituzionali e prassi che riguardano il razzismo, la xenofobia, il nazionalismo, il sessismo, l’omolesbobitransfobia e il classismo.
Il dossier mette in luce l’ampia diffusione di violenze verbali e fisiche, danneggiamenti e discriminazioni, che dimostrano come il razzismo sia un problema quotidiano e strutturale nella vita pubblica, sociale, politica e culturale. Sebbene il campione selezionato possa sembrare limitato, è evidente che il fenomeno si estende in tutto il paese.
La diffusione del razzismo si manifesta non solo attraverso i canali tradizionali, ma anche online, sia nei social media che nelle chat private. Le parole ostili e le violenze sono presenti sia negli spazi pubblici che in quelli privati. È preoccupante notare come i gruppi e le organizzazioni neofasciste, xenofobe e razziste stiano sfruttando sempre di più i canali della messaggistica privata, che garantiscono l’anonimato e rendono più difficile l’identificazione degli autori dei messaggi. La polizia postale stessa ha evidenziato un incremento dell’utilizzo di tali canali da parte di questi movimenti nel 2022.
Un aspetto su cui il dossier si sofferma è il ruolo delle destre politiche. Dopo un periodo di relativa invisibilità del tema migratorio, ad eccezione della narrazione delle persone ucraìne arrivate in Italia, le destre hanno ripreso a sfruttare il linguaggio razzista. La retorica politica si è concentrata sulla “difesa dei confini nazionali ed europei” per preservare l’identità italiana e per scongiurare la presunta “sostituzione etnica” degli italiani “bianchi” da parte dei migranti africani “neri”. In questa cornice, la criminalizzazione dei migranti e di chiunque difenda i loro diritti è diventata uno degli assi portanti del razzismo istituzionale.
Le politiche attuate dal governo sono state coerenti con questa retorica discriminatoria. Il decreto cosiddetto Piantedosi ha ostacolato i salvataggi in mare, vietando più di un salvataggio e rendendo più difficile l’azione umanitaria delle ONG. Successivamente, è stato introdotto il decreto Cutro, così chiamato in seguito alla tragica tragedia avvenuta il 26 febbraio scorso. Questo decreto ha reso estremamente difficile ottenere il permesso di soggiorno, ha smantellato le misure di protezione speciale e ha colpito il sistema di accoglienza, creando uno stato di emergenza permanente. Nonostante sia ormai evidente che i Centri per il rimpatrio non funzionino e violino i diritti delle persone migranti, il loro numero è stato incrementato.
È importante sottolineare che esistono numerosi stereotipi da abbattere riguardo alla popolazione di origine straniera che vive nel nostro paese. Questi stereotipi sono evidenti non solo nei fatti di cronaca, ma anche nelle storie di persone come la pallavolista Paola Egonu e il TikToker Khaby Lame. Entrambi si sono esposti pubblicamente, ma non senza subire critiche e incitamenti a ringraziare l’Italia per il loro successo, come se fosse un privilegio concesso loro.
Il dossier sottolinea la necessità di destrutturare l’immaginario razzista attraverso un cambiamento nella rappresentazione delle persone con background migratorio nei media, nel mondo dello spettacolo e dell’arte. È importante che coloro che vivono in Italia diventino punti di riferimento e soggetti attivi per una società sempre più diversificata. Allo stesso tempo, è fondamentale riconoscere e contrastare culturalmente il razzismo presente nel nostro paese.