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Razzismo. Thuram: “In Italia ce n’è ancora, Tavecchio altrove non sarebbe presidente”

L'ex difensore e la battuta sui “mangiabanane”: “Bisogna fermarsi. Nel 2015 non si può dire che è uno scherzo”

Roma – 2 febbraio 2015 – "Francia e Italia sono Paesi dove pesano le gerarchie del passato. In Italia ci sono ancora sessismo, omofobia, razzismo".

Lilian Thuram, indimenticato difensore di Parma e Juventus e campione del mondo con la nazionale francese, gioca da anni all'attacco nella partita contro il razzismo. E stamattina, ospite di 'Radio Anch'io Sport' su RadioUno, ha puntato nuovamente il dito contro il nostro calcio.

“La prima cosa da fare per lottare questi fenomeni – ha spiegato – è non utilizzare l'ipocrisia facendo finta che non esistano. Alcuni pensano che la nazionalità sia legata al colore della pelle. Capite che abbiamo ancora del lavoro educativo da fare".

Thuram ha commentato poi la battuta sugli "Optì Pobà mangiabanane" che è costata al presidentee della Figc Carlo Tavecchio le squalifiche da Fifa e Uefa, mentre la procura della “sua” federazione aveva archiviato il caso.

"In Francia o negli Usa Tavecchio non sarebbe diventato presidente". “Qualche volta quando uno dice una cosa bisogna fermarsi e non dire non è grave. Nel 2015 non si può dire che non si tratta di razzismo, ma di uno scherzo. Ciò non è accettabile. Bisogna crescere tutti insieme, questa è cultura".
 

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