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Reato di clandestinità: no al carcere, sì all’espulsione

Consensi nel Governo per la proposta del ministro La Russa: sì al reato, ma poi, invece del carcere, come pena introdurre l’espulsione immediata ROMA, 6 giugno 2008 – Si profila un finale “meno pesante” sulla questione dell’introduzione del reato di clandestinità.

Tra le probabili soluzioni che il Governo potrebbe mettere in campo, la più accreditata al momento sembra essere quella indicata dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, quella cioè di introdurre comunque il reato, ma poi, invece del carcere, applicare come pena l’espulsione immediata.

Ma in ambiente governativo circolano anche altre ipotesi.
Il deputato del Pdl Niccolò Ghedini ha indicato un’altra strada: "Si potrebbe prevedere di non punire nell’immediatezza solo l’ingresso o la permanenza senza essere registrati", ma si potrebbe introdurre "come elemento oggettivo la pericolosità del clandestino desunta da elementi oggettivi di fatto". Questa sarebbe "un’ipotesi percorribile che potrebbe essere quella indicata da Berlusconi".

Sull’ipotesi del reato di immigrazione clandestina contenuta nel ddl, la Lega tira dritto, nonostante Bossi abbia già parlato della necessità di trovare una linea comune nella maggioranza. Tuttavia, ieri, ci sono stati spiragli di fiducia sulla proposta del ministro La Russa. "Questo reato – ha spiegato il capogruppo alla Camera Roberto Cota – dovrebbe avere come pena l’espulsione", più che il carcere. "Tornare indietro sull’idea del reato – precisa però l’ex Guardasigilli Roberto Castelli – non sarebbe un bel segnale nei confronti dell’opinione pubblica".

Intanto, mentre la direttiva Ue sui rimpatri viene accolta dal ministro dell’Interno Roberto Maroni "come una conferma" alla presa di posizione della Lega pro-reato, al Senato sono stati presentati quasi 160 emendamenti al decreto sicurezza, quello che introduce la clandestinità come aggravante. Pd, Idv e Radicali hanno provato a chiederne la soppressione, ma poi anche loro hanno proposto ipotesi alternative come quella di far scattare l’aggravante solo nel caso in cui lo straniero risulti già espulso.

Le prossime settimane si annunciano sempre più calde in tema di immigrazione. Non ci sarà solo la questione dell’introduzione del reato di clandestinità a tenere banco in Parlamento. Si discuterà (probabilmente) anche del nuovo decreto flussi e di regolarizzazione. Con serenità e ragionevolezza, si spera.

s.c.
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