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Regolarizzazione, a Roma migliaia di domande false

Settemila euro per pagare finti datori di lavoro. Trecento denunce duecento espulsioni

Roma – 30 settembre 2010- Assunzioni fasulle pagate fino a 7mila euro. I clandestini, soprattutto cinesi, egiziani e bangladesi, versavano i loro risparmi a sedicenti intermediari sperando invano di potersi finalmente mettere in tasca un permesso di soggiorno.
 
Anche a Roma la Questura inizia a fare luce sulle pieghe oscure della regolarizzazione, e di lavoro ce n’è tanto se si considera che in provincia sono state presentate oltre 30mila domande. Ben ottomila, secondo l’ufficio immigrazione, sono le domande sospette, millecinquecento quelle sicuramente false.

L’indagine è scattata un mese fa, quando molte persone venivano convocate dalla prefettura per incontrare colf e badanti quando invece non avevano fatto alcuna richiesta. La Polizia ha quindi scoperchiato un giro già visto altrove, con gli immigrati in cerca di un permesso e connazionali, agenzie di servizi o avvocati (anche radiati dall’albo) pronti a trovare loro dei datori di lavoro.

Ci sono già trecento denunciati (italiani o stranieri)e duecento espulsi. Considerata però la molte di domande sospette il bilancio è ancora provvisorio.
    
Maurizio Improta, dirigente dell’ufficio immigrazione, ha spiegato in un’intervista al Il Messaggero come i truffatori utilizzassero false identità per fare le richieste di assunzione "utilizzavano nomi di defunti o semplicemente prendendoli casualmente dall’elenco telefonico. Una volta inviata la "finta richiesta" al Ministero, l’immigrato otteneva la ricevuta e versava le somme richieste  nella convinzione di poter essere assunto e rientrare nei parametri previsti dalla sanatoria 2009."
 
Avverte ancora Maurizio Improta “Siamo di fronte ad un nuovo e ulteriore fenomeno, quello della presentazione di migliaia di kit da parte di stranieri che richiedono il permesso di soggiorno per attesa occupazione sulla base di niente!” .
 
Marco Iorio

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