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Regolarizzazione dei migranti, si infiamma il dibattito politico. Potrebbe saltare tutto?

Roma, 6 maggio 2020 – Trattative serrate nella maggioranza sulla regolarizzazione. Pd, Iv e Leu spingono per inserire la misura nel ‘decreto maggio’ che dovrebbe andare in Consiglio dei ministri in settimana. La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, è d’accordo. Manca però l’ok dei Cinquestelle, che hanno al loro interno sensibilità diverse sul tema.

Per tutta la giornata hanno cercato una ‘quadra’ in videoconferenza i quattro ministri interessati: oltre alla titolare del Viminale, Teresa Bellanova (Iv), Giuseppe Provenzano (Pd) e Nunzia Catalfo (M5s). Il confronto continua. Le posizioni sono delineate. Bellanova è quella che sta pressando di più e chiede che il provvedimento veda subito la luce per regolarizzare quelli che lei chiama 600mila “invisibili”. Sulla stessa posizione Provenzano. “C’è un tema in agricoltura – ha ricordato il ministro per il Sud – che è un’emergenza da risolvere non più procrastinabile: dai campi arrivano i cibi che consumiamo sulle nostre tavole, dobbiamo ora portare anche nei campi quei diritti negati a chi ci lavora. La regolarizzazione e l’emersione del lavoro nero non solo risponde ad un’esigenza di giustizia, ma è anche un incentivo a fare ulteriori passi di modernizzazione al settore agricolo”. Per Provenzano la misura dovrebbe riguardare anche colf e badanti, nonchè i lavoratori italiani in nero.

Catalfo vuole invece ‘paletti’ che restringano la platea dei possibili beneficiari. Tra gli M5s la corrente del presidente della Camera, Roberto Fico, è favorevole alla misura, ma altri si oppongono. Lamorgese, da parte sua, da ‘tecnica’ fuori dai giochi di appartenenza partitica, guarda con favore ad un’ipotesi di regolarizzazione che non coinvolga solo i braccianti agricoli (e non sia limitata agli stranieri) e cerca una soluzione che possa mettere d’accordo tutti. Ci sono tutta una serie di variabili da valutare e che potrebbero determinare una forte variazione dei regolarizzati. I numeri che l’ex prefetta ha in mente sono però decisamente più bassi di quelli prospettati dalla ministra per le Politiche agricole, anche se al momento non possono esserci certezze. I 600mila rappresentano la platea di coloro che sono potenzialmente interessati dal provvedimento. Poi si vedranno le domande che ci saranno da parte dei datori di lavoro. Di certo, è forte l’allarme che arriva dalle campagne dove mancano le braccia per la raccolta. Il clima tra i ministri viene comunque definito “costruttivo” e l’obiettivo è dare una risposta in settimana alle urgenze sottolineate dal mondo agricolo. L’opposizione annuncia barricate.

“Con tutte le difficoltà che abbiamo, di lavoro, di risparmio, di mutuo, il governo sta lavorando a una maxisanatoria di immigrati clandestini”, denuncia Matteo Salvini. “Vedremo di impedirlo in ogni maniera, dentro e fuori il Parlamento”, aggiunge il leader della Lega. Per il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, “il governo di Conte, Renzi e Zingaretti abbandona commercianti e artigiani italiani ma vorrebbe una maxi sanatoria per 600mila stranieri clandestini. Siamo governati da irresponsabili. I renziani capofila di questa politica del caos e della resa agli sbarchi e ai campi abusivi, regno della violenza e dell’illegalità. Fermiamoli!”.

Sulla stessa linea Luca De Carlo, deputato di Fratelli d’Italia, che definisce “inaccettabile” la sanatoria. Per la leader di Più Europa, Emma Bonino, la regolarizzazione “è una misura perfino tardiva e peraltro identica a quella assunta per ben due volte dai governi del centrodestra con la Lega. Tutt’altro che una misura ‘rivoluzionaria’. Oggi, a ragioni di diritto, sicurezza e legalità economica si aggiungono anche ragioni di necessità e urgenza, perché senza lavoratori stranieri, interi settori, a partire dall’agricoltura – conclude – si fermeranno”. 

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