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Regolarizzazione: Sacconi e Maroni cercano una soluzione, ma la lega frena

Nella Maggioranza tutti d’accordo tranne i leghisti ROMA, 6 luglio 2009 – Oltre mezzo milione tra badanti e colf clandestine da anni al lavoro in Italia, con il relativo seguito di centinaia di migliaia di famiglie italiane da loro in gran parte ”dipendenti”. E’ questa la nuova questione che dovranno affrontare governo e maggioranza dopo la richiesta del sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi di un provvedimento ”urgente” per la loro ”regolarizzazione”.

Con il varo del pacchetto sicurezza – che tuttavia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non ha ancora promulgato e non firmerà probabilmente almeno fino alla conclusione del G8 – si tratta di milioni di persone che si potrebbero trovare ad essere ‘fuori-legge’ per effetto dell’introduzione nel nostro ordinamento del reato di immigrazione clandestina.

Una questione sul quale il governo, a quanto si e’ appreso, stava lavorando in questi giorni, ma che e’ esploso ieri con l’uscita di Giovanardi, che ha irritato non poco il ministro dell’Interno Roberto Maroni e che ora puo’ avere l’effetto di avvitare il confronto nel centrodestra facendo irrigidire la Lega.

L’opinione comune (al di la’ delle dichiarazioni ufficiali sul fatto che la norma penale non e’ retroattiva), e’ che la questione esiste e va affrontata. E’ questa anche la linea emersa da un colloquio, nella serata di ieri, tra Maroni e Maurizio Sacconi. E’ stato poi il ministro del Welfare, sentito Gianni Letta e per suo tramite il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a mettere nero su bianco la posizione ufficiale del governo: niente semplificazioni, nessuna sanatoria; ma l’impegno, che dovra’ essere ”collegiale”, a trovare una soluzione che consenta da una parte di ”gestire la transizione”, evitando conseguenze per le famiglie, e dall’altra a tutelare l’occupazione degli italiani e ”degli stessi immigrati che hanno perso il lavoro”. Come? La via d’uscita e’ tutt’altro che decisa.

Sacconi e Maroni sarebbero d’accordo sul principio secondo cui badanti e colf potranno essere ”regolarizzate”, ma in modo rigoroso, selettivo, tenendo ben strette le maglie in modo da non favorire ”abusi”. E cioe’ che, la regolarizzazione sia un sistema per vanificare le norme contro la clandestinita’. Oppure la questione potrebbe essere affrontata con un provvedimento sulla regolazione del flussi degli immigrati. Nel caso di regolarizzazione, il governo intende lavorare sui requisiti dei clandestini da mettere a norma, indicando fattispecie precise. Dovra’ essere ben chiaro chi puo’ fare la richiesta, escludendo ad esempio che immigrati regolari possano farne entrare altri ora clandestini presentandoli come loro colf o badanti.

Intanto oggi il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, in un’intervista al Corriere della Sera ha ribadito il suo "no" alla regolarizzazione delle badanti. Per Calderoli, i numeri certificati dalle organizzazioni umanitarie sulla presenza di badanti in Italia ”sembrano tutti teorici e astratti. E comunque, mi dispiace, ma di regolarizzazione non se ne parla”. Il ministro dice di non credere poi che siano ”cosi’ tante. E comunque chi non e’ regolare e’ di certo perche’ non ha voluto farlo rimandendo a lavorare in nero. Cosi’ non vengono pagate tasse e contributi”. E ricorda che ”quando abbiamo fatto le verifiche per valutare le domande di ingresso delle badanti nel nostro Paese e’ venuto fuori che i due terzi di queste richieste erano prostitute”. Dunque, pur dicendosi ”dispiaciuto per qualche badante che dovra’ andare via”, il ministro ribadisce che ”se per regolarizzarne una devo fare entrare dieci prostitute e cinquanta spacciatori, allora preferisco lasciar perdere tutto”.

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