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Renzi: “L’Italia può farcela anche senza Ue, non è emergenza immigrazione”

Il premier da New York: “Se richiedenti asilo ‘bighellonano’ tutto il giorno, creano preoccupazione. Ma non c’è connessione tra terrorismo e immigrazione”

 

 

Roma – 19 settembre 2016 – “Se l’Europa continua così, noi dovremo organizzarci in modo autonomo. Questo è  l’elemento di novità che arriva da Bratislava: tante parole, nessuna chiara sull’Africa. Per questo non l’abbiamo presa benissimo. Vorrà  dire che l’Italia farà da sola, in termini di immigrazione, lavoro con Paesi d’origine, ma è un’occasione persa per l’Europa”.

In conferenza stampa a New York, dove si trova per l’assemblea generale dell’Onu e per il summit sulle Migrazioni, Matteo Renzi torna a parlare della “distanza con la Ue” sul fronte dell’immigrazione, ma ribadisce che l’Italia è in grado di fare da sola. Anche perché, dice,  “non siamo in presenza di una vicenda emergenziale: sono qualche migliaia di persone, ma non siamo in presenza di un allarme come in Germania dove l’anno scorso i numeri erano 10 volte”.

Inevitabile, a Palazzo di Vetro, il confronto con altri Paesi del mondo investiti molto più seriamente dalla crisi dei profughi: “Ti vergogni a dirlo di fronte al Libano che ha rifugiati che sono il 40% della popolazione, o alla Giordania, o ai fenomeni migratori del sud est asiatico. Di cosa discutiamo: 150 mila, 180mila persone? Io pensavo che l’Europa potesse avere una risposta. Bratislava doveva essere la ripartenza dopo la Brexit: avevamo fatto il vertice di Berlino, Ventotene, ma alla prova dei fatti è mancata un po’ la volontà. Speriamo che torni”. 

“È evidente – aggiunge il premier – che dobbiamo salvare tutti quelli che possiamo salvare, è altrettanto evidente che non può essere l’Italia a raccoglierli tutti. I numeri sono più o meno quelli dello scorso anno, ma il tema è la strategia dei prossimi anni. È  questione da affrontare tutti insieme con sindaci, ministeri e autorità europee”,  “ci stiamo tarando per il 2017” visto che “il problema non è l’immediato”. 

Renzi parla anche della lettera del sindaco di Milano,  “ho letto le considerazioni di Sala, non le giudico” una critica al governo “ma pongono un tema vero. I Comuni che accolgono sono il 10% di tutti i Comuni. Il sistema degli Sprar può essere ridiscusso e lo stiamo facendo insieme a tutte le realtà comunali: con l’Anci, il responsabile immigrazione, con il Viminale e con gli altri soggetti su come gestire. Siamo pronti a discutere con i sindaci e la lettera di Sala è uno stimolo: ne avevamo parlato martedì scorso durante la firma del patto di Milano, non ci prende alla sprovvista ma non ha urgenza per domani mattina”.

“Bisogna evitare che chi viene qui, in attesa di essere giudicato rifugiato – aggiunge il premier – stia a passare il tempo senza fare niente, perché mi sembra evidente che se tu hai centinaia di persone davanti al bar ad attendere che si faccia sera, giustamente crea elementi di insofferenza”. Dunque, “bisogna consentire a queste persone di venire solo se hanno titolo per farlo”, servono “interventi in Africa, cooperazione internazionale. Contemporaneamente chi ha diritto di stare da noi abbia gli strumenti per stare qui senza essere dalla mattina alla sera a bighellonare fuori da strutture pubbliche e private, perché questo crea elementi di preoccupazione”.

“Stabilire una connessione tra sicurezza e immigrazione – segnala però Renzi – significa dire una cosa che al momento non e’ nella realta’ dei fatti. I terroristi che sono venuti in Europa a colpire non hanno viaggiato in barcone, ma in comodi aerei; quelli che sono andati in America 15 anni fa viaggiavano in business… C’e’ il problema delle periferie, delle carceri. Il luogo della radicalizzazione in Europa e’ il carcere. Non vedo connessione diretta, almeno per cio’ che e’ accaduto sino ad oggi. La vera questione e’ identitaria, culturale. Combattere con durezza coloro che mostrano segni di radicalismo, ma contemporaneamente lavorare nelle scuole, nelle periferie”

 

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