Il ministro dell’Integrazione: “Il Parlamento non è diviso tra partiti razzisti e partiti buonisti. Se il problema diventa ideologico è irrisolvibile”
Roma – 19 dicembre 2011 – “Favorire un clima di dialogo e di fattività tra le forze politiche, dove ognuno possa esprimere il suo parere senza incorrere in scomuniche reciproche. Non esistono, credo, oggi in Parlamento partiti razzisti da una parte e partiti buonisti dall’altra. Vederla così, in una logica mediatica e spettacolare, può anche essere funzionale, ma sarebbe un grave errore”.
Lo scrive oggi il ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi, in una lettera all’Unità.
“Non pretendo – prosegue – che tutti siano d’accordo sulle cose che dico a proposito di cittadinanza ai bambini immigrati o di rom, anche se spero che non faccia piacere a nessuno sapere che dei bambini, di qualunque etnia essi siano, nascano e crescano nel degrado. Ma se ne può parlare liberamente in Parlamento o altrove. È il sale della democrazia: esprimere un’idea, discuterla, confrontarla, soppesare i pro e i contro. Nessuno, in politica, ha la bacchetta magica o la verità in tasca”.
“Spetta alla politica (e a chi, in particolare, il Parlamento e il governo ha affidato l’incarico di occuparsi di integrazione), lavorare con lena, senza illusioni ma con ottimismo, per ridurre le distanze, avvicinare le diversità, comporre le diverse esigenze. Non ci si può dividere – sottolinea Riccardi – tra filo-immigrati e anti-immigrati, tra difensori degli italiani e paladini degli stranieri. Posto così, il problema diventa ideologico e dunque irrisolvibile. E per giunta fonte di esasperazione e di rischi”.
Secondo il ministro dell’integrazione, “è un momento in cui serve ragionare, pacatamente, intorno alle soluzioni dei problemi. Ci si può dividere, legittimamente, su quali politiche adottare. Bisogna però incominciare a discutere non sull’esistenza del problema, che è un grande tema globale che va molto oltre le nostre piccole frontiere; ma serve concentrarci tutti, responsabilmente, sul modo di risolverlo: una questione di metodo, che però consente di fare passi da gigante verso la soluzione delle questioni. Insieme ce la si può fare. È’ proprio in questa direzione –conclude – che intendo lavorare nei prossimi mesi”.