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Richiedenti asilo. I magistrati: “Boom di ricorsi, così non ce la facciamo”

L’ANM chiede al ministero della Giustizia “risorse umane e materiali idonee”. “Per trattare i procedimenti ci vogliono anni, così si violano i diritti dei profughi e salgono i costi per la collettività”

 

 

Roma – 23 maggio 2016 – È emergenza per i ricorsi dei richiedenti asilo. I tribunali civili non riescono a smaltirli, perché mancano giudici e cancellieri (per non parlare di interpreti e mediatori culturali), così per  arrivare a una sentenza si attendono anni, sebbene la legge preveda che tutto dovrebbe concludersi nel giro di sei mesi. 

A lanciare l’allarme è l’Associazione Nazionale Magistrati, alla quale aderisce il 90% delle toghe italiane. In un documento approvato sabato scorso, si chiede al ministero della Giustizia un’iniezione di uomini e risorse per far fronte all’aumento esponenziale dei ricorsi presentati dai cittadini stranieri bocciati dalle Commissioni Territoriali per l’Asilo.  

La situazione è esemplificata dai dati relativi alla Commissione territoriale di Roma e Frosinone, i cui provvedimenti vengono impugnati davanti al Tribunale di Roma. Le pendenze,  scrive l’Anm, sono passate da 4.547 domande del 2013 a 7.315 del 2014, cui è conseguito un aumento esponenziale del numero dei ricorsi: si è passati da 1.595 ricorsi iscritti a ruolo nel 2013 a 1.580 ricorsi iscritti a ruolo i primi 7 mesi del 2015, a 1.100 ricorsi iscritti a ruolo nei soli primi tre mesi del 2016.

“ Riteniamo imprescindibile che tale materia resti di competenza della giurisdizione ordinaria, trattandosi di diritti fondamentali delle persone” premettono i magistrati, ma devono essere “stanziate risorse umane e materiali idonee ad affrontare un’emergenza che sarà senz’altro di lungo periodo”. “Le misure finora adottate, quali le applicazioni extradistrettuali, a fronte dell’imponente crescita delle impugnazioni, si sono rivelate assolutamente inadeguate, con la conseguenza che la trattazione dei procedimenti è fissata a distanza anche di anni, con grave violazione dei diritti dei richiedenti e con insostenibile aggravio di costi per la collettività”. 

Ecco, nello specifico, le richieste dell’Associazione Nazionale Magistrati:

“• il Ministero della Giustizia effettui una circostanziata verifica dell’incidenza di tale contenzioso sui singoli uffici giudiziari e dell’aumento delle relative pendenze negli ultimi quattro anni; in particolare che a partire dal 30.6.2016, il Ministero inserisca nei moduli per le statistiche semestrali civili di ogni distretto il numero dei procedimenti pendenti, pervenuti ed esauriti di protezione internazionale e di tutele per i minori non accompagnati

• il lavoro della commissione che sta revisionando le piante organiche della magistratura tenga conto della situazione sopra descritta, prevedendo adeguati aumenti di organico per i tribunali più gravati;

• vengano immediatamente reperite le risorse per colmare i vuoti di organico del personale di cancelleria;

• vengano riempiti i vuoti di organico della magistratura, ad oggi ammontanti ad oltre mille unità, ulteriormente aggravati dalla diminuzione dell’età pensionabile, attraverso l’indizione di due concorsi all’anno per il reclutamento di magistrati;

• vengano costituiti albi di mediatori culturali ed interpreti che possano essere utilizzati quali ausiliari del giudice nei procedimenti di protezione internazionale;

•  i compensi degli interpreti vengano adeguati alla prestazione professionale svolta”

Stranieriinitalia.it

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