Al plan de retorno voluntario del governo Zapatero hanno aderito finora meno di 4mila immigrati disoccupati
Roma – 25 marzo 2009 – Presentato dal governo spagnolo come un ingrediente importante della ricetta anticrisi, il piano di rientro volontario degli immigrati disoccupati si è rivelato un flop.
Secondo i dati del Ministerio de Trabajo pubblicati dal quotidiano El Pais, hanno scelto di andarsene meno di 4mila immigrati, davvero poca cosa rispetto ai 100mila preventivati quando fu lanciato il piano. I sì sono arrivati soprattutto da immigrati ecuadoregni (1688 adesioni), seguiti da colombiani (713) e argentini (393).
L’offerta fatta ai disoccupati dal ministro dell’immigrazione Celestino Carbacho riguarda gli immigrati di venti Paesi, con i quali la Spagna ha accordi di previdenza sociale. Ma per i più è poco allettante.
Chi decide di andare via, può riscuotere tutta l’ indennità di disoccupazione maturata (il 40% in Spagna, prima della partenza, il 60% entro tre mesi nel paese di origine) e ha il viaggio pagato. Deve però portare con se i familiari ricongiunti che non hanno un permesso autonomo e impegnarsi a non rientrare in Spagna per almeno tre anni, passati i quali avrà diritto a una corsia preferenziale nei flussi d’ingresso.
L’importo dell’indennità di disoccupazione è proporzionale agli anni di lavoro accumulati, di conseguenza l’offerta è più conveniente proprio per gli immigrati di lungo corso. Questi però sono anche i meno propensi ad andarsene, specialmente se in Spagna ormai hanno messo radici insieme a tutta la famiglia.
"Tú eliges tu futuro", "Scegli tu il tuo futuro", recita la campagna del governo per il plan de retorno voluntario. Evidentemente, anche in tempi di crisi, gli immigrati continuano a scegliere di rimanere in Spagna.
Elvio Pasca
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