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Riforma cittadinanza. Alla Camera dei Deputati si cerca un punto di incontro

Domani riunione dell’intergruppo parlamentare con esponenti di tutti i partiti, tranne la Lega Nord. Chaouki: “Risposta politica immediata a una domanda che arriva dal Paese”

Roma – 3 giugno 2013 – Alla Camera dei Deputati ci si confronta sulla riforma della cittadinanza. Non più con dichiarazioni estemporanee rilasciate alla stampa o progetti di legge presentati in solitario: tutti intorno a un tavolo per capire se e come si possono cambiare le regole per diventare italiani, con un occhio particolare ai figli degli immigrati.

L’occasione è la seconda riunione dell’intergruppo parlamentare sulle politiche di immigrazione fissata per domattina a Montecitorio, dedicata interamente alla riforma.

La trasversalità dell’iniziativa (unici assenti, i leghisti) è testimoniata dalla lista dei relatori: Gianclaudio Bressa del Partito Democratico, Renata Polverini del Popolo delle Libertà, Nazzareno Pilozzi di Sinistra Ecologia Libertà, Mario Marazziti di Scelta Civica e Girgis Sorial del Movimento Cinque Stelle. Interverranno anche esponenti della campagna l’Italia sono Anch’io, che ha raccolto oltre centomila firme per un disegno di legge di riforma di iniziativa popolare.

“L’obiettivo è ragionare in maniera esplicita su punti di contatto e differenze della varie posizioni riguardo alla riforma, al di fuori delle polemiche quotidiane. E dare un messaggio di condivisione, una risposta politica immediata e forte a una domanda che arriva dal Paese, come testimoniano le centinaia di iniziative di concessione della cittadinanza onoraria alle seconde generazioni organizzate dai comuni in questi giorni” dice Khalid Chaouki, deputato e responsabile Nuovi Italiani del Pd, che ha creato  l’intergruppo insieme a Cècile Kyenge prima che diventasse ministra.

Cosa ne verrà fuori? Se non una vera e propria proposta di legge, almeno una lista di intenti condivisi su cui incardinare il lavoro parlamentare. “Trovato un accordo – spiega Chaouki – cercheremo di calendarizzare subito la riforma in commissione affari costituzionali. Anche se questa legislatura ha priorità essenzialmente economiche, non si può non raccogliere questa sfida e dare un segnale culturale, soprattutto ora che il Paese è maturo e c’è una disponibilità trasversale”.

Elvio Pasca
 

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