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Riforma cittadinanza. “Partire dalla nostra proposta”

Sarubbi e Granata, padri del testo bipartisan: "Finora blocchi contrapposti, condivisione è essenziale" Roma – 9 ottobre 2009 – "Siamo soddisfatti di aver contribuito a riportare il tema della cittadinanza al centro del dibattito politico. Adesso, però, chiediamo un passo in avanti: l’adozione della nostra proposta di legge come testo base, per arrivare insieme ad una soluzione condivisa".

Così Andrea Sarubbi (Pd) e Fabio Granata (Pdl), i deputati che hanno scritto una proposta di legge firmata da parlamentati di maggioranza e opposizione, Lega esclusa.  Un testo che, insieme a un’altra decina di proposte sulla cittadinanza, è all’esame della commissione affari costituzionali della Camera chiamata in questi giorni a trovare un testo base da portare in aula a novembre.

La proposta
La Sarubbi-Granata (qui trovate il testo completo) guarda alle seconde generazioni, dando molto più peso allo ius soli, e dimezza i tempi per le naturalizzazioni se sussistono determinate “garanzie” di integrazione.

Sarebbe subito italiano chi nasce qui se la madre o il padre è legalmente in Italia da almeno cinque anni, e diventerebbe italiano il minore che completa almeno un ciclo di studi in Italia. Cittadinanza anche per chi è arrivato in Italia quando aveva al massimo cinque anni e vi ha risieduto legalmente fino alla maggiore età.

Gli stranieri adulti potrebbero invece acquistare la cittadinanza dopo cinque anni di residenza legale. Dovrebbero però avere un reddito non inferiore a quello richiesto per il permesso da lungo soggiornanti (poco più di 5mila euro), una conoscenza di base dell’italiano parlato e una conoscenza soddisfacente della vita civile e della costituzione italiana.

"La forza di un testo condiviso"
In commissione, scrivono i due deputati, “finora e’ prevalsa la logica dei blocchi contrapposti, lo testimoniano i resoconti dei dibattiti svoltisi, che ogni cittadino può consultare sul sito della Camera, e lo conferma la difficolta’ fino a questo momento di adottare un testo base su cui avviare la discussione parlamentare".

Sarubbi e Granata invitano quindi “le forze politiche di buona volontà a ripartire dalla nostra proposta: un testo certamente perfettibile, ma frutto di una seria e onesta ricerca di condivisione; una prova di dialogo, insomma, in un momento in cui i toni della politica italiana appaiono particolarmente accesi".

"Secondo i canoni vigenti – sottolineano i padri della proposta – il nostro testo ha l’imperdonabile difetto di non essere automaticamente riconducibile, in via esclusiva, a nessuna forza politica: nessuno, insomma, può dire che si tratti della proposta del Pd, del Pdl, dell’Udc o dell’Idv, ma e’ proprio questa, a nostro parere, la sua forza più grande: un testo condiviso (magari non perfetto, ripetiamo, ma già sottoscritto da decine di parlamentari di diverse provenienze) ci appare infatti un ingrediente essenziale per la creazione di un clima costruttivo e per l’avvio di una discussione proficua su un tema così importante per il futuro del Paese".

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