Stefano Camilloni
Fondazione Leone Moressa:”ribasso del 5,4%”. Lazio e Lombardia le due regioni da cui si spedisce più denaro
Roma – 21 aprile 2011 – Secondo l’ultima ricerca della fondazione Leone Moressa nel 2010 si è assistito, per la prima volta, ad un calo delle rimesse del -5,4% da parte degli immigrati. Rispetto al 2009, quando venivano inviati all’estero 6,7 miliardi, si sono persi 0,4 miliardi.
I 6,3 miliardi di euro che sono stati spediti all’estero quest’anno corrispondono allo 0,41% del Pil italiano, mentre a livello procapite gli stranieri inviano nei loro paesi di origine circa 1.508 euro annui.
Questo dato è in assoluta controtendenza rispetto al trend degli ultimi anni in cui le rimesse erano cresciute di dieci volte (985,2%) tra il 2000 e il 2010. Il valore dei debiti portati fuori dal territorio nazionale ha subito un’impennata consistente nel 2004 quando, le rimesse in rapporto al Pil, sono passate dallo 0,09% allo 0,19%, attestandosi nell’anno successivo allo 0,27%, raggiungendo lo 0,41% nel 2010.
Oltre un quarto del denaro che esce dall’Italia è spedito dal Lazio (28,7%), seguito da Lombardia e Toscana che si collocano, rispettivamente, seconda e terza in questa classifica (19,3% e 8,8%). Solo Roma raccoglie più di un quarto delle intere rimesse nazionali (27,5%), seguita a ruota da Milano, distanziata con quasi 15 punti percentuali (12,9%). Seguono poi Napoli (3,3%) e Firenze (3,1%).
Quasi la metà delle rimesse (47,4%) che escono dal territorio nazionale vanno in Asia (con più di 3 miliardi di euro), mentre un quarto sono destinate ai paesi europei (che registrano rimesse per poco più di 1,7 miliardi di euro). Della rimanente parte, circa il 12,5% defluisce in Africa e quasi il 12% nel continente americano.
Il paese che nel 2010 ha ricevuto più denaro proveniente dal nostro paese è la Cina con un ammontare complessivo si attesta a 1,7 miliardi di €. Al secondo e terzo posto si collocano Romania e Filippine che assorbono rispettivamente il 12,5% l’11,2% delle rimesse complessive. Seguono a ruota, con incidenze inferiori Marocco, Senegal, Bangladesh e Perù.
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