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Roma. Blitz dei vigili, con test di italiano, contro le “patenti facili”

La Polizia Locale indaga su un giro di esami comprati e sequestra i permessi di guida di quindici immigrati. Il vicecomandante Di Maggio: “Hanno sostenuto i quiz nella nostra lingua, ma non sanno nemmeno riempire un foglio con nome e cognome”

 

Roma – 16 maggio 2012 – Circa trecento mezzi fermati e patenti ritirate a quindici immigrati, quasi tutti cinesi. È il bilancio dei controlli fatti oggi a Roma dai vigili urbani, con una serie di posti di blocco in alcuni dei quartieri con una maggiore concentrazione di cittadini stranieri, come Porta Maggiore, Piazza Vittorio, Prenestino e Portuense.

Gli agenti della Polizia Locale hanno chiesto ai guidatori di compilare un foglio in italiano con i loro dati e alcune indicazioni sul conseguimento della patente,  ad esempio riguardo all’eventuale scuola guida frequentata. A chi non sapeva rispondere hanno sequestrato la patente, ritenendola “sospetta”.

“Erano assolutamente a digiuno di italiano, insomma, se si può dire, ‘completamente analfabeti’. Davanti al foglio che gli abbiamo chiesto di riempire hanno fatto scena muta, non sapevano nemmeno dove inserire il nome. Eppure, per prendere la patente, avrebbero dovuto sostenere i test nella nostra lingua” spiega a Stranieriinitalia.it Antonio Di Maggio,  vicecomandante della Polizia Locale di Roma Capitale.

L’operazione di oggi segue altre simili scattate lo scorso ottobre su impulso della Procura di Roma nell’ambito delle indagini su un giro di patenti ‘facili’. Secondo gli inquirenti, una quarantina di scuole guida della Capitale, anche grazie a compiacenti agganci presso la Motorizzazione, avrebbe agevolato il rilascio della patente a cittadini stranieri, pronti a sborsare anche tremila euro a testa per un aiutino illecito in sede d’esame.

La deduzione ‘non sai nulla di italiano, quindi la tua patente è sospetta’, chiarisce il vicecomandante dei vigili, ha colpito  “solo chi effettivamente avrebbe dovuto sostenere i quiz nella nostra lingua. Esclusi, quindi, gli immigrati che hanno legittimamente convertito una patente presa nel loro Paese [sono una cinquantina quelli che hanno convenzioni di questo tipo con l’Italia, come Marocco, Romania e Albania n.d.r.], così come quelli che, come era possibile fino a due anni fa, hanno sostenuto la prova nella loro lingua”.

Inoltre, ci tiene a ribadire Di Maggio, “abbiamo sequestrato la patente solo a persone che erano evidentemente del tutto a digiuno di italiano, non a quelle che lo parlavano male”. Probabile che i controlli non finiscano qui, ma insomma non è il caso di farsi prendere dal panico: anche un italiano zoppicante, se la patente è ‘onesta’, permette di mettersi al volante.

Elvio Pasca

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