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Romeni e bulgari: “No alle restrizioni per il lavoro”

I deputati Melis e Touadi (Pd): “È inutile e danneggia la nostra economia”. Interrogazione alla Camera

Roma – 14 gennaio 2010 – "No alla moratoria per romeni e bulgari. Danneggia l’economia italiana,  favorendo il lavoro nero e creando burocrazia inutile". 

Così due deputati del Partito democratico, Guido Melis e Jean Leonard Touadì, che hanno presentato ieri un’interrogazione alla Camera sulla decisione del governo italiano di tenere in piedi il doppio binario per le assunzioni dei neocomunitari. Anche nel 2010, saranno infatti liberalizzate in alcuni settori, sottoposte a un’autorizzazione (peraltro scontata) in tutti gli altri.

“Questa disposizione, in contrasto con quanto si fa in altri Paesi (per esempio in Spagna), è in palese contraddizione con le promesse del nostro Governo e con gli interessi dell’economia italiana a integrare pienamente questi lavoratori, combattendo le forma di lavoro nero che derivano dall’attuale regime” denunciano i due deputati.

Inoltre, sottolineano Melis e Touadi, “è un provvedimento assolutamente inutile perché non c’è alcun vincolo di numeri e nessuna verifica delle competenze professionali. Più che altro serve a creare un ulteriore intoppo burocratico al sistema delle assunzioni per le imprese e per i lavoratori. Per non parlare dei costi che gravano sugli uffici e dei ritardi che ne conseguono”.

EP

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Interrogazione a risposta orale  –
Guido Melis, Jean Léonard Touadi

Al Ministro dell’Interno.
-Per sapere – premesso che:

– per tutto il triennio 2007, 2008 e 2009 il governo italiano, relativamente all’accesso al mercato del lavoro dei cittadini comunitari bulgari e romeni, si è avvalso della facoltà di adottare un regime transitorio;

– in tale regime era previsto che l’accesso di tali lavoratori fosse libero solo
per alcuni settori (agricoltura e turismo alberghiero, lavoro domestico ed assistenza alla persona, edilizia, metalmeccanica, dirigenziale ed alimentare qualificato, lavoro stagionale) mentre per i restanti settori produttivi l’assunzione dei lavoratori delle due nazionalità citate doveva obbligatoriamente avvenire attraverso la richiesta di nulla osta allo Sportello Unico per l’Immigrazione;

– una precedente comunicazione della Direzione dei Servizi Demografici del Ministero dell’Interno, indirizzata agli uffici anagrafe dei Comuni, aveva annunciato però che dal 1° gennaio 2008 sarebbe scaduta la vigenza del regime transitorio e si sarebbe dunque adottata la piena accessibilità a tutti i settori;

– al contrario, la Circolare n. 7881 del 3 dicembre 2009 del Ministero dell’Interno proroga il regime vincolistico anche per l’anno 2010 e ciò nonostante le assicurazioni circa il suo superamento fornite dal Governo italiano alla Comunità Europea;

– tale provvedimento, di carattere amministrativo, costituisce un ostacolo a che i cittadini romeni e bulgari possano liberamente spostarsi ed avviare rapporti di lavoro sul territorio nazionale italiano;

– d’altra parte è interesse dell’Italia regolarizzare con il massimo delle facilitazioni l’integrazione dei cittadini comunitari, anche in ragione della più volte annunciata opposizione del Governo italiano al lavoro in nero degli immigrati;

– inoltre un cittadino romeno o bulgaro che lavora in regola paga le tasse ed i contributi allo Stato Italiano e quindi concorre alla pari con gli italiani al budget dello stato;

– d’altra parte l’autorizzazione richiesta non è sottoposta ad alcun vincolo quantitativo  (tetti o quote) né alla verifica di particolari requisiti, si risolve in un procedimento quasi automatico e dunque in definitiva si traduce solamente in un inutile aggravio burocratico, accrescendo il lavoro degli uffici, con costi e ritardi a tutti evidenti, e ritardando l’inserimento dei cittadini comunitari delle due nazionalità citate nel complesso del mondo del lavoro italiano:

– né si può infine trascurare che col 2013 tali restrizioni saranno comunque vietate dalle norme europee

per sapere

se non ritenga il Ministro di dover ritirare la circolare suddetta, realizzando, così come avviene da tempo in altri paesi europei (per esempio la Spagna, la cui situazione può essere assimilata all’Italia per la presenza in quel Paese di una consistente comunità romena), il pieno accesso senza limitazioni né ostacoli dei cittadini comunitari, romeni e bulgari all’intero mercato del lavoro.
13.01.2009

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