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Rosarno. Ad un anno dagli scontri immigrati in corteo

Ministro Galan: "Dobbiamo impegnarci contro il lavoro nero e il caporalato per tutelare i lavoratori"

Roma – 7 gennaio – Hanno sfilato in un corteo congiunto A Roma e Rosarno i lavoratori stagionali, ad un anno di distanza dai tragici scontri nella cittadina calabrese.

A Rosarno erano oltre 300 gli extracomunitari che hanno dato vita al corteo per non dimenticare le esasperanti condizioni di vita che sono obbligati a sopportare e che hanno portato al drammatico epilogo dello scorso anno.

Guidati dall’associazione Radice, gli stagionali hanno ribadito a gran voce la voglia di cambiamento e di regolarizzazione del loro lavoro. Molti di loro sono richiedenti asilo (leggi anche “Sono mille i braccianti africani a Rosarno”) e per questo hanno già il diritto di stare in Italia ma vogliono tutelare anche il loro diritto a lavorare dignitosamente in condizioni di vita migliori.

Gli slogan più diffusi erano infatti “lavoro equo”, “regolarizzazione” e “permesso di soggiorno”; le stesse richieste che sono state poi ribadite durante il corteo romano,  sotto la sede del Ministero delle Politiche agricole in cui si bandiva il “lavoro in nero”  e la volontà di preservare la dignità delle persone e di lavoratori.

L’appello sembra sia stato ascoltato proprio dal Ministro delle politiche agricole, Giancarlo Galan che a margine del corteo ha dichiarato: "Non è accettabile chiudere gli occhi di fronte a episodi di violenza e di sfruttamento che rendono tra l’altro insicure alcune aree agricole del nostro Paese, dove, appunto,più  forte è la presenza di lavoratori extracomunitari".

Per il Ministro è opportuno lavorare congiuntamente con tutte le forze politiche e di controllo per “compiere davvero un’opera di pulizia politica ed etica contro il lavoro nero, contro il persistente fenomeno del caporalato, contro chiunque sfrutti uomini e donne che spesso si trovano a vivere e a lavorare nel nostro Paese indifesi contro tutti e contro tutto”.

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