Mamma ucraina, padre malgascio, vive in Italia. E vuole il titolo mondiale di kung fu
Roma – 18 maggio 2010 – Ci sono Madagascar, Ucraina e Italia in quella miscela esplosiva che è Ruslan Rajaobelina, giovane promessa del kung fu che punta al mondiale.
La sua storia comincia in Ucraina, dove è nato nel 1993. Suo Padre Luciano Appolin, originario del Madagascar, ha studiato a Kharkiv ingegneria informatica. Sua madre Angela, ucraina, si è diplomata in economia nella stessa città.
A tre anni si è trasferito in Italia con la sua famiglia, grazie soprattutto all’aiuto della nonna paterna, Jeanne, che era già qui. Adesso vivono ad Arezzo dove il sedicenne Ruslan studia in un istituto tecnico; ma la cosa che lo distingue veramente dai suoi coetanei è il numero di premi conquistati nei campionati di Kung-fu.
“A cinque anni i miei genitori mi hanno iniziato allo sport; ho cominciato a giocare a calcio, ma più tardi ho voluto provare un nuovo sport. Presto il kung-fu è diventato la mia vera passione” racconta a Gazetaukrainska.com
Che cintura hai conquistato finora?
Ho conquistato tutti e quattro le cinture dei bambini, a dodici anni ho cominciato a seguire i corsi degli adulti e a gareggiare a livello agonistico. Attualmente sono cintura blu, classe 2G.
La pratica delle arti marziali prevede non soltanto preparazione fisica, ma anche mentale. Segui qualche filosofia?
È cosi. Durante l’allenamento bisogna cercare di raggiungere un’armonia che ti aiuta nella preparazione fisica. Questa concentrazione interiore passa nella vita di tutti i giorni e lascia impronte anche sul carattere. Anche se prossimamente non sono previste gare, è necessario mantenere il ritmo dell’allenamento. Come in ogni arte marziale, bisogna cercare di arrivare al livello superiore senza mai porsi una meta definitiva. C’è anche la consapevolezza di essere più forte degli altri, ma che non c’è bisogno di mostrarlo.
Nemmeno a scuola, nelle zuffe con i compagni?
Non approvo questi comportamenti. Anzi, il mio allenatore, Herman di Mauro, ripete sempre: “La forza va mostrata in palestra, e lì va lasciata una volta che si esce”. C’è un’ eccezione quando subisci un attacco, ma anche il quel caso non bisogna mai eccedere.
A sette anni eri già campione nazionale…
Si, ho vinto il Campionato italiano nel 2001 a Fiuggi, categoria tradizionale. Dopo un infortunio, sono tornato a gareggiare a 12 anni con vari incontri amichevoli. Nel 2008, a 14 anni, ho vinto per la seconda volta il Campionato nazionale di kung-fu a Vercelli nella categoria tradizionale ed il Campionato Europeo a Pesaro nella categoria semisanda. Nel 2009 nel Campionato di Catania mi sono fermato purtroppo al secondo posto.
Il secondo posto non è un cattivo risultato per il campionato di questo livello.
Sì, ma io mi aspettavo un primo posto, anche perchè ero fresco di trionfo europeo. Ho dominato per tutto l’incontro, però a un certo punto, forse per un eccessivo coinvolgimento, ho usato una tecnica troppo violenta che ha tramortito il mio avversario. Per questo sono stato squalificato. Una dura lezione che ricorderò per molto tempo.
Come riesci ad abbinate lo sport e lo studio?
A scuola fin’ora sono sempre passato con medie abbastanza soddisfacenti. Sicuramente il kung-fu mi porta via parecchio tempo allo studio, infatti sono sceso dalla media dell’ottimo delle scuole medie, ad una media complessiva discreta alle superiori, che però, per la scuola che faccio, non è neanche tanto male. L’abbinamento scuola-sport mi toglie però tempo libero.
Come vedi il tuo futuro sportivo e professionale ?
Voglio finire la scuola superiore e andare all’università a studiare ingegneria informatica, una mia passione. Intanto voglio continuare a gareggiare e impegnarmi per togliermi sempre più soddisfazioni. Sicuramente il 2013 sarà un anno importante : in Italia si svolgerà il Campionato mondiale del kung-fu. Spero di arrivare all’appuntamento al top delle mia forma, poi incrociamo le dita.
A che mondo senti di appartenere: ucraino, italiano, malgascio?
Il mondo africano è lontano per me. Non ho mai vissuto nel Paese di mio padre, sono stato lì soltanto in vacanza;nonostante questo mi piace identificarmi con l’Africa, soprattutto per il forte spirito di fratellanza che lega questo continente. Quando ero più piccolo, difendevo il mio mondo ucraino. Però sono cresciuto in Italia, perciò ora sento di appartenere al mondo italiano.
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