Roma, 10 giugno 2025 – Un anno dopo lo storico voto del 9 giugno 2024, i leader dei movimenti sovranisti europei si sono riuniti nella campagna della Loira per celebrare la loro ascesa al terzo gruppo al Parlamento europeo. Tra bandiere nazionali, grigliate e discorsi infuocati, l’evento — ribattezzato “La Festa della Vittoria” — ha radunato circa 6.000 militanti, decisi a ribaltare il futuro dell’Unione europea.
Sul palco i volti più noti del fronte patriottico: Matteo Salvini, Viktor Orban, Marine Le Pen, Geert Wilders e Jordan Bardella. Tra slogan e cori, la parola d’ordine è chiara: “L’Ue è nemica delle nostre nazioni”. Secondo Salvini, la vera minaccia per l’Europa non arriva da Mosca ma da sud: “l’invasione dei migranti clandestini”. Un messaggio ribadito con forza anche da Orban, che accusa Bruxelles di voler “sostituire le nostre popolazioni” attraverso una politica migratoria incontrollata.
Dal palco, Marine Le Pen ha affondato un colpo contro il presidente francese, definendolo un leader “incapace di mantenere l’ordine” e criticando la sua gestione dei disordini dopo la vittoria del Psg in Champions League. Il suo intervento ha acceso la folla, galvanizzata dalla difesa dei confini nazionali, della cultura e dell’economia rurale.
Il leitmotiv dell’incontro è stato il rifiuto di una “Unione europea liberale e ultra woke”, definita da Le Pen un “superstato” che minaccia la sovranità dei singoli paesi. E Orban ha rincarato la dose: “Bruxelles organizza la sostituzione etnica delle nostre società”, ricevendo lunghi applausi.
L’evento si è chiuso con la Marsigliese cantata a cappella e l’intervento di Jordan Bardella, che ha rivendicato la vittoria del voto di un anno fa come una rivolta dei popoli europei contro l’egemonia di Bruxelles. “Il futuro è nostro”, ha proclamato.
Nell’aria, tuttavia, si è percepito un cambiamento: questa volta l’ex presidente Usa Donald Trump è rimasto sullo sfondo, menzionato appena, complice forse la tensione sui dazi e il recente scontro con Elon Musk. Segno che l’onda lunga del trumpismo in Europa potrebbe aver perso parte della sua forza.