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SANITA’: TBC, MARTINI PROPONE CONTROLLI SU IMMIGRATI

(ANSA) – BRUXELLES, 10 GIU – ”La tubercolosi e’ strettamente collegata all’immigrazione, ci sono Paesi come Malta che fanno uno screening immediato all’entrata, la Spagna sta proponendo un piano di lotta alla TBC e anche noi dovremmo pensare a politiche di prevenzione che ci permettano di tutelarci e tutelare la popolazione piu’ esposta”: per Francesca Martini la battaglia contro la tbc dovrebbe passare anche attraverso un controllo degli immigrati che arrivano in Italia. Attualmente ”prima che una persona immigrata da uno dei Paesi che sono oggi focolai endemici (che si trovano in Sud America e Africa, ndr) entri in contatto con un servizio di prevenzione o di cura per sintomatologia, o che sia in grado di valutare la situazione, passano dalle due settimane ai sei mesi”. La tbc, sottolinea sempre il sottosegretario, ha una ”recrudescenza amplia in Italia” aggravata dal fatto che la ”malattia si sta evolvendo in forme anche drasticamente farmaco-resistenti”. I problemi maggiori sono legati ai pazienti colpiti da immunodeficenza o affetti da un quadro di fragilita’ sanitaria; esposti sono anche i bambini. 

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