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Satnam Singh: una tragedia che rappresenta migliaia di migranti in Italia

Roma, 21 giugno 2024 – Il 19 giugno 2024, all’ospedale San Camillo di Roma, è morto Satnam Singh, un giovane di 31 anni proveniente dall’India. La sua morte rappresenta un simbolo tragico di una realtà che coinvolge migliaia di lavoratori migranti in Italia. Satnam è il centesimo lavoratore straniero morto quest’anno nel Paese, il decimo di origine indiana, una statistica che evidenzia un dramma umano troppo spesso ignorato.

Satnam è deceduto a seguito di un terribile incidente avvenuto il 17 giugno nei campi di Borgo Santa Maria, a Latina. Una macchina avvolgicavi gli ha tranciato un braccio, provocato fratture alle gambe e gravi lesioni alla testa. Tuttavia, il dramma non finisce qui. Dopo l’incidente, il suo datore di lavoro, Antonello Lovato, di 38 anni, lo ha abbandonato davanti casa con il braccio amputato gettato in una cassetta della frutta. Questo atto di disumanità ha scatenato un’ondata di orrore e rabbia, sollevando interrogativi urgenti sulla condizione dei lavoratori migranti in Italia.

Satnam Singh, come migliaia di altri migranti, non aveva un permesso di soggiorno né un contratto di lavoro. Venne pagato pochi spiccioli per un lavoro estenuante, una situazione che condivideva con sua moglie Alisha e tanti altri. Nonostante le sue condizioni di vita precarie, il suo caso non è un’eccezione, ma parte di un problema sistemico che affligge il settore lavorativo italiano.

Il progetto ‘Morti di lavoro’, che documenta e dà voce al fenomeno degli incidenti sul lavoro oltre i dati ufficiali, ha registrato che a giugno 2024 ci sono stati già 70 infortuni mortali, con una media di 3,6 morti al giorno. Complessivamente, nel 2024, si contano 534 morti sul lavoro, di cui 409 direttamente sul posto di lavoro e 125 in itinere. Le regioni più colpite sono Lombardia (84 morti), Campania (55), Emilia Romagna (44), Veneto (43), Sicilia (42), e Lazio (38).

La storia di Satnam Singh mette in luce l’urgente necessità di riforme strutturali e di maggiore protezione per i lavoratori migranti. Essi spesso lavorano senza garanzie, esposti a rischi elevati e a trattamenti disumani. La mancanza di un permesso di soggiorno e di contratti regolari li rende vulnerabili a sfruttamenti estremi e li priva dei diritti fondamentali.

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