I paesi membri dovranno chiedere prima l’autorizzazione a Bruxelles e i controlli potranno durare al massimo sei mesi. Le anticipazioni del Financial Times sulle proposte della Commissione Ue
Roma – 22 agosto 2011 – Una revisione di Schengen verso regole più strette per poter reintrodurre i controlli alle frontiere all’interno dell’Ue, dove sarebbe Bruxelles a concedere o meno il permesso agli stati membri.
Secondo quanto riferisce oggi il Financial Times , è questo il contenuto di una delle proposte che la Commissione Ue dovrà presentare a settembre per poi essere discussa in Parlamento. Stando alle indicazioni riportate dal quotidiano britannico,la bozza prevede che i paesi Ue, i quali volessero reintrodurre i controlli alle frontiere interne, dovranno chiedere il permesso all’esecutivo di Bruxelles per ogni periodo superiore ai cinque giorni.
In ogni caso la verifica dei passaporti tra uno stato membro e l’altro non potrebbe superare i sei mesi complessivi mentre ogni 30 giorni dovrebbero essere effettuati controlli di valutazione delle misure in vigore. Trattandosi però ancora di una bozza, non vi è ancora certezza sul contenuto del testo né sulle modalità di attuazione.
In ogni caso, la necessità di una migliore definizione dei casi in un cui un paese Ue possa o meno reintrodurre i controlli alle frontiere è un tema che già era emerso in questi mesi, per esempio in occasione delle tensioni alla frontiera di Ventimiglia tra Italia e Francia. In quei giorni la causa dello scontro furono gli immigrati tunisini sbarcati a Lampedusa, a cui il governo italiano aveva concesso documenti e titoli di viaggio.
Ma anche più recentemente si sono acuite le tensioni tra Germania e Danimarca dopo che quest’ultima ha dichiarato la volontà di accrescere i controlli proprio alla sua frontiere sud, quella confinante con la Germania, con una maggior utilizzo di polizia e controlli all’ingresso nel piccolo regno sul Baltico.
M.I.