Roma, 20 ottobre 2023 – Nel cuore dell’Europa, a Lussemburgo, si è tenuta una riunione di grande rilevanza per il futuro dell’area Schengen. Le tensioni e le preoccupazioni dei ministri dell’Interno europei sono aumentate in modo significativo, con l’ombra del terrorismo e il conflitto in corso in Medio Oriente che gettano un’ombra inquietante sul futuro dell’accordo di Schengen.
Germania e Austria hanno dichiarato che “l’accordo di Schengen non è morto ma è rotto,” sollevando preoccupazioni legate al ritorno del controllo delle frontiere e alla minaccia che il deterioramento della situazione in Medio Oriente rappresenta per l’Europa. La Commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson, ha sottolineato che il ritorno dei controlli alle frontiere “danneggia la libertà di circolazione,” mettendo in evidenza la sfida cruciale che l’Europa deve affrontare.
La questione dei rimpatri volontari assistiti degli immigrati irregolari, che costituiscono una minaccia per la sicurezza, è diventata una priorità per l’Unione Europea. Bruxelles sta cercando di accelerare le misure per affrontare questa sfida, al fine di garantire una maggiore sicurezza in Europa.
Il Consiglio Affari Interni, inoltre, si è svolto in un contesto in cui l’Europa è preoccupata per la possibile ricomparsa del terrorismo sul suolo europeo. Nove Paesi membri hanno tenuto una colazione informale per discutere misure anti-terrorismo. Questi Paesi, noti come Paesi dublinanti, insistono da tempo sul fatto che gli Stati di primo approdo debbano registrare i migranti anziché permettere loro di passare inosservati.
Una statistica che preoccupa le capitali del Nord europeo è quella relativa ad Abdesalem Lassoued, l’attentatore di Bruxelles, che era “illegalmente in Ue da 12 anni.” La questione sollevata riguarda il sistema di Dublino, lo scambio di informazioni e i controlli alle frontiere.
Con il continuo susseguirsi delle notifiche di sospensioni di Schengen da parte di vari Paesi membri, l’Europa potrebbe essere sull’orlo di un nuovo scontro tra il Nord e il Sud del continente. Il ministro croato, Davor Božinović, ha sottolineato il rischio di un effetto domino che potrebbe mettere ulteriormente in pericolo il futuro di Schengen.
La commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson, ha dichiarato in conferenza stampa che “ci sono molte sfide che l’area Schengen deve affrontare, i controlli interni sono una di queste perché anche se giustificati da questioni gravi, danneggiano la libertà di circolazione.” Ha aggiunto che rispetto al passato, ora c’è un maggiore dialogo con gli Stati membri, più coordinamento e meno persone bloccate ai confini.