I lavoratori di una raffineria inglese incrociano le braccia. Temono la concorrenza dei nostri connazionali Roma – 28 gennaio 2009 – “Ci rubano il lavoro. Con tanti disoccupati, c’era bisogno di chiamare gli immigrati?”.
È la protesta che stamattina ha fatto scendere in piazza i lavoratori della raffineria Total Lindsey, nel North Lincolnshire, costa orientale dell’Inghilterra. Solita storia, direte. Forse, ma stavolta gli immigrati siete voi.
A far incrociare oggi le braccia a trecento persone (altre seicento domani organizzeranno un picchetto) è stato infatti l’annuncio dell’arrivo di una novantina di lavoratori italiani. Sono i dipendenti di una società siciliana che ha vinto l’appalto per costruire un desolforizzatore nella raffineria, soffiandolo a società concorrenti inglesi.
A quanto scrivono i giornali d’Oltremanica, è solo la prima tranche di arrivi e a regime i lavoratori “stranieri” saranno quattrocento, il 15% del totale. Tanto è bastato per spingere la Unite, il più grande sindacato britannico, alla mobilitazione: “Protestiamo perché si assumono lavoratori da fuori quando in Gran Bretagna c’è gente senza lavoro” ha dichiarato alla Bbc un sindacalista.
“Progetti come questi richiedono manodopera specializzata, che è difficile trovare in Gran Bretagna” ribatte un portavoce della raffineria. Ma la protesta continua, e intanto si preparano gli alloggi, piuttosto umidi, per gli immigrati italiani: verranno sistemati su delle chiatte ancorate nel porto.
On strike over foreign workers (Foreignersinuk.co.uk)
Elvio Pasca