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Sciopero degli immigrati: i sindacati frenano

Cautela sulla proposta dei lettori da parte di Cgil, Cisl, Uil. Sei-Ugl è d’accordo Roma – 14 maggio 2008 – I responsabili immigrazione di Cgil, Cisl e Uil frenano sull’ipotesi di uno sciopero dei lavoratori stranieri lanciata dai lettori. Non vede invece controindicazioni il presidente del Sei Ugl.

“L’iniziativa è interessante, ma il rischio è che sia un flop controproducente” dice Giuseppe Casucci, coordinatore nazionale politiche migratorie della Uil.  “Come sindacalista sono favorevole a forme legittime di protesta, e ritengo più che giustificata l’indignazione dei cittadini stranieri soprattutto in questi giorni: il pacchetto annunciato da Maroni mi sembra un grave passo indietro nel governo dell’immigrazione, al quale i sindacati risponderanno”.

“Non so però quanto sia possibile oggi organizzare uno sciopero degli stranieri in italia. – continua Casucci  – Se quelli iscritti al sindacato già scioperano insieme ai colleghi italiani per le rivendicazioni delle loro categorie, come coinvolgere in questa iniziativa gli irregolari? È anche difficile che scioperino i molti che hanno il permesso ma sono impiegati in aziende piccolissime o come domestici. Insomma temo una scarsa adesione”.

“Credo che l’ipotesi di uno sciopero sia assolutamente prematura. Vediamo prima cosa metterà sul tavolo il governo” commenta Oberdan Ciucci, responsabile nazionale del Dipartimento Politiche Migratorie della Cisl. “Ora dobbiamo capire come si vuole rispondere ai problemi, che sono molti: dal lavoro irregolare ai  permessi di soggiorno, dalla cittadinanza alla semplificazione delle procedure”.

E se le risposte non saranno soddisfacenti? “A quel punto il sindacato, con i suoi organi unitari, deciderà le forme di protesta, che possono avere vari livelli, dalle manifestazioni fino all’ultima ipotesi dello sciopero. Ma queste iniziative dovrebbero coinvolgere sia gli italiani che gli stranieri, ci vuole solidarietà su questo tema” conclude Ciucci.

Anche secondo Piero Soldini, responsabile immigrazione della Cgil, “iniziative di questo tipo dovrebbero coinvolgere stranieri e italiani. L’ipotesi di uno sciopero che abbia per tema centrale l’immigrazione è da tempo all’ordine del giorno tra delegati e iscritti alla Cgil e potrebbe essere la leva giusta per dare finalmente visibilità a certi problemi”.

Soldini però pensa che questo non sia il momento giusto. “Nel clima di criminalizzazione degli immigrati che stiamo vivendo, un’ iniziativa unilaterale dei lavoratori stranieri  in contrapposizione con il resto della società, al di là di quante persone riuscirebbe a coinvolgere, sarebbe sbagliata sul piano tattico e strategico. Pensiamo invece alla creazione di una mobilitazione comune, ma ci vuole un lavoro lungo, preparato con cura e non improvvisato”.

Luciano Lagamba, presidente del Sei Ugl condivide la proposta dai lettori. “Lo sciopero sarebbe uno strumento democratico, giusto e legittimo di protesta, capace di attirare finalmente l’attenzione della politica e dare finalmente un riconoscimento ai lavoratori stranieri. I riflettori vanno accessi anche con gesti del genere”.

“Chi lavora, anche nel sommerso, non può essere trattato come un delinquente della peggior specie” sottolinea Lagamba. “In tempi di criminalizzazione e tiro al piccione vedo lo sciopero come un “blocco degli onesti” contro chi li dipinge solo come malviventi e anche contro i pochi che effettivamente delinquono”.

Elvio Pasca

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