MEGLIO OPERARE SCELTE PRAGMATICHE PIUTTOSTO CHE APPROCCI
IDEOLOGICI ADN1339 4 CRO 0 RTD CRO NAZ
Roma, 15 set. – (Adnkronos) – La scuola e’ ormai iniziata sia
per alunni italiani che per quelli stranieri. Ma esistono proporzioni
‘giuste’ da rispettare nelle classi? E, se si’, quali? ”La condizione
di discriminazione in cui versano migliaia di famiglie straniere e
italiane, che non si trovano garantito il loro diritto a un’equa
distribuzione ancorche’ sia stabilito da decreti presidenziali e
circolari ministeriali regolarmente emanate (e disattese dalla rete
scolastica territoriale) dal 1994, deve cessare". A sostenerlo oggi e’
Fabio Rampelli del Pdl, primo firmatario della risoluzione per
introdurre il tetto del 30% di bambini stranieri nelle classi,
approvato nel maggio scorso.
"Gia’ immaginiamo il passaggio dal vizio ideologico della scuola
multietnica che ha incendiato la sinistra, a quello sugli immigrati di
seconda generazione che andrebbero considerati italiani. Invito il
ministro Gelmini -commenta poi Rampelli- a non cadere in questa
trappola assurda, perche’ i bambini non sono ne’ carte bollate, ne’
certificati anagrafici".
"L’obiettivo -rammenta infine l’esponente del Pdl- serve a
favorire l’integrazione, non a sancire anticipatamente la cittadinanza
italiana. Ci sono bambini stranieri di prima generazione perfettamente
integrati e altrettanti di seconda, isolati e in ritardo di
apprendimento. Una volta tanto, almeno nell’interesse di chi ha
attraversato nazioni e continenti per inserirsi nella societa’
occidentale e nella comunita’ italiana, andrebbero fatte scelte
pragmatiche e rifiutati approcci ideologici. Ritengo che il 70% degli
alunni di una classe debba essere italiano e il 30% straniero, a
prescindere dal periodo di permanenza in Italia”.
(Rex/Ct/Adnkronos)
15-SET-09 20:46