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Se per il referendum la Lega cede sull’immigrazione

Accontentata dagli alleati di governo su altri fronti il Carroccio potrebbe rinunciare alle posizioni oltranziste Roma – 16 aprile 2009 – Con la rinuncia ad accorpare in un unico giorno elezioni e referendum, la Lega ha strappato agli alleati una concessione importante. Qualche passo indietro sull’immigrazione sarebbe la moneta giusta per ricambiare il favore.

Di un compromesso di questo tipo, raggiunto dietro le quinte da Pdl e Lega, si legge oggi sul Corriere della Sera.

"Sull’altare del «no» all’election day – scrive Massimo Franco – sono state sacrificate le ronde padane e le proposte leghiste più laceranti in materia di immigrazione"."Sarà un caso, – aggiunge – ma ieri, nelle pieghe del vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli è scomparso il decreto sulla permanenza per sei mesi degli immigrati clandestini nei centri di accoglienza: uno dei vessilli più controversi del leghismo di governo".

Che le posizioni oltranziste della Lega sugli immigrati non trovino sempre una sponda tra gli alleati è ormai evidente.

Al Senato, durante l’esame del disegno di legge sulla sicurezza, i franchi tiratori del Pdl hanno affossato i sei mesi di trattenimento nei Cie. E la stessa norma, infilata da Maroni e i suoi nel decreto legge antistupri, è stata bocciata qualche giorno fa alla Camera anche da una fronda della maggioranza.

Tra pochi giorni, Montecitorio discuterà il ddl sicurezza e certo peserà la posizione dei cento deputati Pdl che definiscono inumana la denuncia dei clandestini negli ospedali. Ciliegina sulla torta, ieri Fini ha detto di  ritenere necessaria una rivisitazione della legge che porta, insieme al suo, il nome del leader del Carroccio.

L’esame del ddl sicurezza sarà il primo banco di prova per capire se, ammansita su altri fronti, la Lega ingoierà qualche rospo sull’immigrazione. Che fine faranno, ad esempio, le denunce negli ospedali, il divieto di matrimonio per i clandestini e l’obbligo ad esibire il permesso per gli atti di stato civile (indicati ieri da Sergio Briguglio e altri giuristi come le storture principali del ddl)?

La Lega può tirare la corda solo fino a un certo punto e, se si riescono a evitare clamori che agiterebbero il suo elettorato, potrebbe essere perlomeno ‘contenuta’ sulla strada di un governo più realista dell’immigrazione. Difficilmente si arriverà a cambiare la Bossi-Fini, ma già sbloccare i flussi d’ingresso, con l’aria che tira, sarebbe una conquista.

Elvio Pasca

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