Una lettera a chi è nato e cresciuto in Italia e ha solo un anno di tempo per chiedere la cittadinanza. Parte la campagna “18 anni ….in Comune!”, anche con una guida online
Roma – 13 ottobre 2011 – Sono circa 15.000 i ragazzi e le ragazze tra i diciassette e i diciotto anni, nati in Italia e di origine straniera potenzialmente destinatari nel 2012 della campagna “18 anni ….in Comune!” lanciata oggi a Roma da ANCI, Save the Children e Rete G2 – Seconde Generazioni.
L’obiettivo è sollecitare il maggior numero di Sindaci ad informare tempestivamente le seconde generazioni – cioè i minori nati in Italia da genitori stranieri – sulle modalità di acquisizione della cittadinanza al compimento della maggiore età. Un’iniziativa già avviati in alcuni Comuni italiani, come per esempio, qualche settimana fa, a Milano.
Secondo l’attuale normativa, i figli degli immigrati possono diventare italiani se sono nati qui e, oltre a essere stati registrati all’anagrafe, hanno risieduto legalmente in Italia fino alla maggiore età e senza interruzioni. Per farlo devono presentare una richiesta al Comune di residenza entro il diciannovesimo anno di età. Il problema è che gran parte di loro non è a conoscenza del fatto che per fare domanda hanno solo un anno di tempo a partire dalla maggiore età.
Di qui l’idea che i Comuni inviino una lettera ai giovani di origine straniera prossimi alla maggiore età, per informarli della possibilità di esercitare il loro diritto a diventare cittadini. Rete G2 ha anche curato una la guida online “18 anni…in Comune!”, che spiega la procedura e i vantaggi di utilizzare questo canale per diventare italiani.
Sono i numeri a dimostrare l’importanza di questa iniziativa, soprattutto se si guarda al futuro. Nel 2010, secondo l’Istat, sono nati circa 78.000 bambini figli di stranieri, il 13,9% del totale dei nati da residenti in Italia, con un aumento dell’1,3% rispetto all’anno precedente.
Scarica la guida “18 anni…in Comune!”
G2: “L’Italia sia il Paese di tutti i suoi figli”
“L’acquisto della cittadinanza, e con essa della completa titolarità di diritti e doveri, costituisce un passaggio chiave nel percorso verso la piena integrazione” dice Graziano Delrio, Sindaco di Reggio Emilia e Presidente dell’ANCI. “Ciò – aggiunge – vale in particolare per i ragazzi nati e cresciuti in Italia, nostri concittadini di fatto ma non di diritto. Per questo come ANCI abbiamo “sposato” con convinzione questa campagna informativa, sulla scia delle positive iniziative già avviate dal mio Comune e da diversi altri Comuni italiani’’.
Secondo Flavio Zanonato, Sindaco di Padova e Vicepresidente ANCI con delega alle politiche dell’immigrazione, “abbiamo l’obbligo di fare in modo che le seconde e le terze generazioni possano contribuire a tutti gli effetti alla crescita e allo sviluppo di quella che è, a pieno titolo, la loro patria. Il capitale umano – conclude Zanonato – è infatti la più grande risorsa di cui ogni Paese dispone’’.
Raffaela Milano, Direttore Programma Italia – Europa di Save the Children Italia ritiene indispensabile “un intervento coordinato – normativo, educativo e sociale – per accompagnare stabilmente questo processo di integrazione, a partire dalle comunità locali. Con l’auspicio di poter avere al più presto una riforma della cittadinanza che faccia sentire cittadini italiani a tutti gli effetti i ragazzi e le ragazze che nascono e crescono nel nostro Paese, padroneggiando la stessa lingua e condividendo le passioni e le aspettative dei loro coetanei.”
“La Rete G2 -Seconde Generazioni – commenta infine il portavoce – Mohamed Abdalla Tailmoun promuove e sostiene fortemente questa iniziativa a favore dei figli di immigrati neo maggiorenni, è importante che le seconde generazioni nate in Italia esercitino il loro diritto di scelta secondo l’articolo 4 della L.91 del 1992. Questo articolo si basa sul principio dello ius soli, principio fondamentale che noi pensiamo debba ispirare la riforma della legge 91 del 1992. Siamo fermamente convinti che è ora che l’Italia sia il Paese di tutti i suoi figli senza discriminazioni”.