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Sello, Lopes, Sighel: ecco l’esercito italiano a colori

Gli arruolati di origini straniere sono oltre 1500. Oggi in prima fila alla cerimonia per l’anniversario della Forza armata

Roma – 7 maggio 2009 – Tratti somatici esotici, che parlano di posti lontani, sotto i fez da bersagliere, i baschi e le penne dei cappelli alpini, simboli dell’Esercito italiano. Sono gli arruolati nella Forza armata, che hanno origini straniere. Una schiera di oltre 1500 tra donne e uomini che hanno scelto di servire la loro patria adottiva. Tra loro, molti i veterani di missioni all’estero.

Sette rappresentanti di questo Esercito multicolore oggi sono in prima fila alla cerimonia per il 148/o anniversario della Forza armata. Nel corso dell’evento, alla presenza del presidente Napolitano, il capo di Stato Maggiore, generale Fabrizio Castagnetti, oltre a ringraziare tutti i suoi soldati riserverà un saluto proprio a loro, ai militari di origine straniera.

Questi soldati sono figli di emigranti, di coppie miste o di immigrati che hanno acquisito la cittadinanza italiana, o ancora bambini adottati e cresciuti qui. Sono i nuovi italiani, le cui origini lontane sono deducibili solo dai cognomi e dai tratti somatici. Ci sono i caporalmaggiori Murthy Sello, originario dell’India, Gailson Silva Lopes di Capo Verde, Luis Paudice del Brasile, l’artigliere Monica Mary Sighel dello Sri Lanka, l’alpina Vivian Pena (Colombia) e i caporali Harol Alfonso Corrales Medina, anche lui originario della Colombia e Walter De Luca, delle Filippine, l’unico con il nome tutto italiano.

È solo una piccola rappresentanza di un Esercito che, confermano dallo Stato maggiore, vede sempre più arruolati originari di altri Paesi. Naturalmente sono tutti cittadini italiani, ma rappresentano comunque un melting pot di etnie, culture e religioni diverse (i musulmani sarebbero una ventina) che sul piano operativo, assicurano i comandanti, costituisce un valore aggiunto importante, specie nelle missioni all’estero.

Antonia Ilinova

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