Bloccato un nuovo bando. Borrelli (FNSC): “Serve subito un emendamento, non si può aspettare la riforma del terzo settore”. Asgi e Apn: “Il governo sia coerente, fermi i processi”
Roma – 17 giugno 2014 – Se ne parla da anni, anche dentro i tribunali, ma deve ancora essere sciolto il nodo della partecipazione dei ragazzi stranieri al Servizio Civile Stranieri, conviene ricordarlo, solo per la legge, visto che si tratta di giovani cresciuti in Italia, spesso anche nati qui, ma figli di immigrati.
“C’è un bando straordinario per avviare 1538 volontari che è fermo da mesi. E stavolta il problema non sono i fondi, già stanziati dai soggetti che hanno presentato i progetti, cioè Regione Campania, Regione Lombardia e Codacons” dice a Stranieriinitalia.it Enrico Maria Borrelli, presidente del Forum Nazionale per il Servizio Civile.
“Il problema – spiega Borrelli – è che il ministro Giuliano Poletti non vuole firmare un bando che con ogni probabilità finirà di nuovo in tribunale. Se fosse solo per italiani, lo impugnerebbero per l’ennesima volta i cittadini stranieri, con buone probabilità, visti i precedenti, che i giudici diano loro ragione. D’altra parte, se il bando fosse aperto agli stranieri, lo potrebbero impugnare gli italiani esclusi”.
"La soluzione? Un emendamento"
Come uscire da questo circolo vizioso? Solo modificando, subito, la legge. La soluzione prospettata dal governo, svela il presidente del FNSC, è un emendamento all’articolo 3 del decreto legislativo 77/2002, che definisce i requisiti dei volontari, da infilare magari in uno dei decreti in via di conversione in Parlamento. “Così anche la legge, e non solo le sentenze, direbbero che i ragazzi stranieri possono partecipare al servizio civile. Sarebbe una soluzione immediata, che precederebbe una riordino complessivo del servizio civile”.
Intanto, infatti, la riforma del terzo settore lanciata dal governo parla anche di servizio civile: verrebbe aperto ogni anno a 100 mila giovani tra i 18 e i 29 anni, anche stranieri. Se andasse in porto, i tempi sarebbero comunque molto lunghi.
Le linee guida presentate da Renzi sono state oggetto di una consultazione tra le realtà del terzo settore ed entro fine mese il consiglio dei ministri dovrebbe varare un disegno di legge delega. Seguirà quindi l' iter parlamentare, poi il governo dovrebbe varare i relativi decreti legislativi.
Prima che il nuovo sistema diventi operativo, facile che si arrivi al 2016. Il nodo della partecipazione degli stranieri al servizio civile tornerà al pettine molto prima. Sta succedendo con il bando straordinario, succederà ancora con il bando ordinario previsto entro la fine dell’anno, poi ci sono i processi ancora in corso.
"Fermare i processi"
Il 17 settembre la Cassazione dovrebbe dire l’ultima parola sul primo ricorso presentato nel 2011 da un giovane figlio di immigrati insieme ad Asgi e Avvocati per niente. Nei primi due gradi di giudizio i giudici hanno già detto che il servizio civile solo per italiani è discriminatorio.
Una sentenza identica, in primo grado, per un altro ricorso presentato nel 2013 da altri ragazzi e dalle stesse associazioni. In questo caso la presidenza del Consiglio è stata costretta a riaprire il bando, ammettendo i giovani stranieri (finora sono selezionati un centinaio di volontari). L’udienza d’appello è prevista per il 15 novembre.
“La Cassazione potrebbe dire che il Servizio Civile è costituzionalmente riservato ai cittadini italiani, mentre il tribunale di Milano potrebbe ribaltare la sentenza di primo grado sul secondo ricorso e addirittura far tornare a casa i volontari stranieri già avviati al servizio. Questo mentre ormai è chiara la volontà del governo di cambiare la legge” spiega l’avvocato Alberto Guariso di Asgi e APN.
Di fatto, la stessa Presidenza del Consiglio che vuole aprire il servizio civile agli stranieri chiede ai tribunali di sancire che il servizio civile è solo per gli italiani. “Che senso ha? È paradossale e controproducente, perché le sentenze in arrivo – sottolinea Guariso – potrebbero avere effetti negativi anche sulla riforma. Per questo chiediamo al governo un atto di coerenza: abbandoni o sospenda i processi in corso. Intanto il Parlamento potrà cambiare la legge e finalmente metteremo un punto a questa vicenda”.
Elvio Pasca