Il governo salva il requisito della cittadinanza italiana ignorando la sentenza che l’ha definito discriminatorio. Non finisce qui, pronte a partire nuove azioni legali
Roma – 4 ottobre 2013 – Nessuna bella sorpresa nel nuovo bando per Servizio Civile Nazionale, pubblicato oggi. Come Stranieriinitalia.it aveva anticipato, esclude i ragazzi stranieri, anche se sono stranieri solo per la legge. Giovani cresciuti in Italia, spesso anche nati qui, che sono andati nei Paesi indicati sui loro passaporti qualche volta in vacanza, o magari non li hanno visti mai.
Non c’è posto per loro tra i 15.466 volontari che verranno inseriti in 1.785 progetti e impiegati nell’assistenza ai più deboli, nelle scuole, nei musei, nei parchi nazionali. Tra i requisiti c’è ancora la cittadinanza italiana, come prevede l’articolo 3 della legge sul Servizio Civile (d.lgsl. 77/2002), nonostante un sentenza del tribunale di Milano, confermata in appello, abbia dichiarato quel paletto discriminatorio.
La linea adotta dal governo, dettata da un parere dell’Avvocatura dello Stato, è che finchè la legge non verrà cambiata o non verrà dichiarata incostituzionale, i bandi del servizio civile saranno aperti solo agli italiani. Le speranze sono insomma appese ai disegni di legge presentati (ma fermi) in Parlamento, oppure a un giudice che investa della questione la Consulta.
Si rischia, comunque,il caos, perché anche questo bando finirà probabilmente nelle aule di un tribunale. I promotori del ricorso antidiscriminazione presentato con successo due anni fa a Milano hanno già detto che sono pronti a una nuova azione legale che, secondo un copione già visto, potrebbe bloccare il bando e le partenze dei quindicimila volontari.
Curioso che non si accenni alla questione nella dichiarazione con cui la ministra per l’integrazione Cècile Kyenge, che ha le deleghe sul Servizio Civile, saluta la pubblicazione del nuovo bando.
“I 65 milioni di euro stanziati per rinnovare questo appuntamento, sospeso per mancanza di finanziamenti nel 2012, ribadiscono l’attenzione che questo governo ha per il futuro dei nostri figli”dice l’esponente del governo. E aggiunge: “Il contributo essenziale dei nostri giovani alla vita sociale è un momento di alta formazione per una generazione che ha bisogno di individuare una propria identità per la tutela del bene e del benessere pubblico”.
Un’occasione di crescita importante, negata però ai giovani che hanno la colpa di essere figli di immigrati.
Elvio Pasca