Roma, 24 gennaio 2019 – Per circa due anni (2012-2014) ho avuto la possibilità di fare una delle esperienze più intense e belle della mia vita come responsabile Sanitaria del Cara di Castelnuovo di Porto. Grazie all’amministrazione di allora, sono stati fatti molti progetti, e ci sono stati anche errori, incongruenze e difficoltà. Abbiamo lavorato moltissimo con il territorio e con i cittadini. Con onestà, dignità, etica e tutela dei diritti umani. Abbiamo dato priorità all’Altro, ascoltato i loro vissuti, ci siamo presi cura di loro, si sono fidati di noi e ci hanno preso per mano.
Il mio primo figlio l’ho allattato insieme alle altre madri, donne della Nigeria e dell’Eritrea che erano nel campo. Non richiedenti asilo, non immigrate, non profughe: MADRI. Vedere quanto accaduto al CARA è stato come toccare l’orrore. Nemmeno nei peggiori incubi di Ballard si potevano immaginare la deportazione delle persone in quel modo. Si possono cambiare le leggi, gli orientamenti politici (la democrazia prevede anche questo) ma c’è di base la necessità di tutelare i diritti delle persone, la loro dignità, il rispetto.
I bambini poi…non dovrebbero mai assistere a scene così raccapriccianti. La loro infanzia stracciata sotto il peso dei ‘provvedimenti’. Come spiegheremo loro tutto questo accanimento? Come spiegheremo azioni del tutto prive di regole ma dense di violenza. Il bene collettivo è in agonia. ‘I dannati della terra’.
Alessandra Sannella