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SICUREZZA: DDL SLITTA; F. CRISTIANA, NON E ‘DA STATO DIRITTO

(ANSA) – ROMA, 18 NOV – Il disegno di legge sulla sicurezza del governo slitta. Non sarà più votato entro questa settimana, come previsto in una primo momento dal calendario di palazzo Madama, ma dopo la finanziaria, al più presto a metà dicembre. Intanto, incassa la secca censura di Famiglia Cristiana: "E’ indegno di uno Stato di diritto". La decisione di rinviare l’esame del testo, spiega ufficialmente il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, è stata presa perché se si vuole esaminare un provvedimento estraneo alla finanziaria durante la sessione di bilancio, lo si deve fare "con l’unanimità di tutti i gruppi parlamentari". Requisito che in questo caso è mancato. Ma, nella maggioranza, lo slittamento viene spiegato anche in altro modo. Il testo del governo, corredato da tutti gli emendamenti della Lega come quello che legalizza le ‘ronde padane’ e che punta a schedare i clochard, non piacerebbe a tutti gli alleati. A cominciare da Alleanza Nazionale. "La questione delle ronde – taglia corto il ministro della Difesa Ignazio La Russa – è solo un effetto annuncio". Che comunque, aggiunge, qualche problema lo creerebbe "se le cose non funzionassero". In più si correrebbe il rischio, precisa, che passi l’idea che lo Stato non riesca a far fronte ai problemi di controllo del territorio. Ma anche alla componente di Forza Italia tutto questo gran gridare contro immigrati e clandestini non sarebbe molto gradito. E così, al Senato la voce più insistente è che ieri sia stato proprio il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a chiedere al leader della Lega Umberto Bossi, durante la cena di Arcore, una pausa di riflessione sul provvedimento che fa insorgere il settimanale dei Paolini. "Il pacchetto sicurezza proposto dal ministro dell’Interno Roberto Maroni – è l’affondo di Famiglia Cristiana – è indegno di uno Stato di diritto". Per di più, "le norme che vi sono contenute sono inutili e difficili da mettere in pratica". Una stroncatura sostanziale su tutta la linea, insomma, che avrebbe indotto la maggioranza a prendere tempo. Ma la Lega, benché in conferenza dei capigruppo sia stata costretta ad accettare la decisione delle altre forze politiche, sembra che sia piuttosto irritata per lo stop imposto. Il presidente dei senatori Federico Bricolo, infatti, parla di "accordo disatteso" e accusa il Pd e l’Idv di aver bloccato tutto perché troppo interessati ora "a litigare sul presidente della commissione di Vigilanza Rai e su un posto in consiglio di presidenza del Senato". Nessun timore, però, assicura Bricolo, perché i senatori del Carroccio "sono determinati a far approvare il ddl sicurezza comunque" e "nonostante l’ostruzionismo dell’opposizione". Farlo votare ora, prima della finanziaria, comunque, precisa anche il capogruppo dell’Udc a palazzo Madama Giampiero D’Alia sarebbe stato davvero difficile perché "in Aula ci sono almeno sei decreti da votare e al ddl sicurezza, che non ha tempi contingentati, sono stati presentati circa 300 emendamenti. Pertanto o si rinviavano i decreti, o si rinviava il testo del governo…". Nell’attesa, l’opposizione continua a contestare il provvedimento. "La questione delle ronde", osserva il ministro ombra dell’Interno Marco Minniti, "é solo una bandiera vuota" che comunque renderebbe "ancora più difficilmente governabile il nostro Paese".(ANSA).

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