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Sicurezza: le richieste bipartisan di 16 Comuni

Firmato a Parma il documento con le proposte per la tutela dei cittadini. Tirata in ballo anche l’immigrazione

Parma – 21 aprile 2008 – Semplificare la concessione o il diniego della residenza, favorire l’integrazione facendo diventare l’immigrazione un fattore di crescita della società e non di conflittualità, intensificare la lotta alla clandestinità e limitare gli ingressi al reale fabbisogno delle regioni che saranno responsabili dell’effettivo inserimento lavorativo. Rispondere all’emergenza sicurezza attraverso l’inclusione sociale, non con la pulizia.

Sono i contenuti principali che parlano di immigrazione nel documento sulla sicurezza che venerdì scorso sedici sindaci d’Italia hanno sottoscritto e inviato al nuovo Governo. Il protocollo bipartisan che ha coinvolto Parma, Verona, Modena, Como, Cremona, Pavia, Belluno, Novara, La Spezia, Alessandria, Padova, Asti, Lodi, Treviso, Mantova e Piacenza, chiede alla politica nazionale di essere attenta ai bisogni dei cittadini al di là delle logiche di schieramento.

Si tratta di un documento che risponde all’esigenza dei cittadini di maggiore sicurezza: per strada, sul lavoro, la sera, nella propria casa. I sindaci che lo hanno firmato appartengono a diversi colori politici, alcuni hanno differenti ideologie, ma si sono trovati d’accordo su un problema identico per tutti, così come dovrebbe essere la sua soluzione.

Sono unanimi su una serie di punti, tra cui: potenziare le funzioni dei sindaci, sostenere economicamente i progetti delle città su sicurezza e qualità urbana, aumentare l’organico delle forze dell’ordine, introdurre norme specifiche e di certezza della pena per reati di grave allarme sociale, lotta alla clandestinità. In tema di sicurezza non poteva che essere tirata in ballo anche l’immigrazione.

Tra le richieste che si leggono nel documento ci sono infatti:
– l’aumento delle risorse per l’inclusione sociale e per i minori stranieri non accompagnati favorendo il loro inserimento lavorativo e sociale al compimento della maggiore età;

– lo sviluppo di una politica delle quote di ingresso basata sul reale fabbisogno delle singole regioni, che devono farsi carico dell’effettivo inserimento lavorativo e di integrazione degli immigrati in entrata e devono essere messi in grado di supportare con progetti e finanziamenti mirati la pressione migratoria;

– l’intensificazione della lotta alla clandestinità, che inficia e preclude l’inserimento dell’immigrazione regolare all’interno della comunità, attraverso la garanzia del conferimento di mezzi e risorse adeguate alle forze dell’ordine che svolgono il controllo alle frontiere, anche con l’intensificazione della necessaria collaborazione con gli altri stati europei.

“Da anni – spiega il sindaco di Parma Pietro Vignali che insieme al sindaco di Verona Flavio Tosi ha coordinato l’iniziativa – i comuni sono in prima linea sul tema della sicurezza. A noi – aggiunge – la gente chiede quotidianamente la sicurezza di rincasare tranquilla la sera o di aprire un’attività commerciale senza sentirsi in prima linea. Chiediamo al nuovo Governo gli strumenti per garantire legalità e sicurezza nelle nostre città”.

Lontani dal volersi trasformare in sceriffi, i firmatari chiedono una maggiore autonomia decisionale. “L’iniziativa di Parma non può essere strumentalizzata – chiarisce il primo cittadino di Cremona Gian Carlo Corada -, perché non vogliamo né chiedere poteri di guerra né sostituirsi alle forze dell’ordine. Ma vogliamo avere qualche potere di garanzia dell’ordine pubblico e regole chiare da poter applicare”.

Mentre il sindaco di Modena Giorgio Pighi chiede “ordinanze vere e non camuffate” e punta sulle soluzioni su misura. “Basta – dice – contrapporre politiche repressive e sociali, ci sono situazioni che vanno risolte in modo contenitivo e altre con misure di integrazione e accoglienza. E basta anche contrapporre le sicurezze di destra e di sinistra, è una differenza che va archiviata”.

Scarica il documento sottoscritto dai 16 sindaci 

Antonia Ilinova

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