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Sicurezza sul lavoro: formazione in lingua per gli stranieri

Più attenzione ai lavoratori immigrati nel nuovo Testo Unico. Interventi ad hoc da pubblica amministrazione e datori di lavoro

Roma – 5 maggio 2008 – Informazione e formazione devono essere adattate alle esigenze dei lavoratori stranieri se si vuole arginare la piaga degli infortuni e delle morti bianche.

Chi arriva da altri Paesi spesso ignora le norme basilari sulla sicurezza, si mette a fare lavori rischiosi o del tutto nuovi e così, come si legge nelle statistiche dell’Inail, rischia di più dei colleghi italiani. Un problema sentito nel Testo unico sulla sicurezza sul lavoro pubblicato qualche giorno fa in Gazzetta Ufficiale.

Già nel primo articolo, parlando della “tutela delle lavoratrici e dei lavoratori sul territorio nazionale”,  la nuova legge vuole garantire “livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, anche con riguardo alle differenze di genere, di età e alla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati”.

Oltre a inasprire le sanzioni contro i datori di lavoro che non rispettano le norme di sicurezza, il Testo punta sulla prevenzione. Sono previsti quindi iniziative pubbliche e obblighi di formazione da parte delle imprese, in entrambi i casi declinati anche per gli immigrati.

Ecco allora che verranno finanziati investimenti in sicurezza e progetti formativi a vasto raggio, anche nelle scuole. Ma all’articolo 9 si legge anche:  “Nell’ambito dei rispettivi compiti istituzionali, le amministrazioni pubbliche promuovono attività specificamente destinate ai lavoratori immigrati o alle lavoratrici, finalizzate a migliorare i livelli di tutela dei medesimi negli ambienti di lavoro”.

I datori di lavoro sono poi tenuti a informare i dipendenti su rischi, procedure e responsabili della sicurezza. Ma, sottolinea l’articolo 36, “il contenuto della informazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le relative conoscenze. Ove la informazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione della lingua utilizzata nel percorso informativo”.

Stesso discorso vale per la “formazione sufficiente e adeguata in materia di salute e sicurezza”, che il datore di lavoro deve impartire con un occhio “alle conoscenze linguistiche”. Anche in questo caso, spiega l’articolo 37, “il contenuto della formazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le conoscenze e competenze necessarie in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Ove la formazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione e conoscenza della lingua veicolare utilizzata nel percorso formativo”.

Elvio Pasca

 

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DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008 , n. 81
Attuazione  dell’articolo  1  della  legge  3 agosto 2007, n. 123, in materia  di  tutela  della  salute  e  della  sicurezza nei luoghi di lavoro.

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