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Sono mille i braccianti africani a Rosarno

Dossier di Rete Radici: "il 95% dei lavoratori sono dei richiedenti asilo politico". Solo 800 i lavoratori sono sotto contratto

Roma – 5 gennaio 2011 – Quest’anno nella Piana di Gioia Tauro i braccianti provenienti dall’Africa sono in mille. Distribuiti tra Rizziconi e Rosarno, sono meno della metà rispetto allo scorso anno quando né furono censiti in 2.500.

I dati sono riportati nell’anticipazione del dossier di Rete Radici che questa mattina ha presentato le iniziative del 7 gennaio proprio per ricordare i fatti di Rosarno.

Secondo Rete radici il 95% degli africani sono richiedenti asilo. Oltre la metà vive ancora in condizione di irregolarità o è in un ”limbo giuridico”.

 
Mali, Costa d’Avorio, Guinea, Burkina, Ghana, Senegal le nazionalità maggiormente rappresentate, una babele di lingue che vanno dal francese (50%) al bambara (30%), dall’inglese (10%) alle altre lingue africane. L’80% dei migranti parla due o più lingue, anche se la percentuale di analfabetismo è elevata e il livello di scolarizzazione basso.

Sono 800 circa i contratti di lavoro registrati al centro per l’impiego, ma i due terzi degli immigrati, secondo Rete Radici, hanno lavorato o continuano a lavorare in nero “Le paghe – riporta il dossier- restano sui livelli degli anni passati: 20-25 euro per 8-10 ore in media, con la tendenza ad abolire il cottimo (dove una cassetta di frutta raccolta veniva pagata un euro)”. Il lavoro risulta saltuario,  in media 2-3 giorni a settimana, mentre resta diffusa la pratica del caporalato.

Molto significato anche il dato della mobilità dei braccianti, secondo il dossier l’80% deigli imigranti ha lavorato sempre e solo nei campi del Sud, ”una semi-schiavitù imposta dalle dure condizioni del mercato del lavoro ma anche e soprattutto dalla legislazione restrittiva e repressiva in tema di immigrazione”.

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