In vigore da oggi la riforma del governo Arroyo, che però non riguarda le prestazioni urgenti, la tutela di maternità e i minori. Sei regioni hanno già annunciato che non l’applicheranno
Roma – 1 settembre 2012 – Il governo spagnolo tira la cinghia e taglia l’assistenza medica gratuita agli immigrati irregolari, che da oggi perdono la tessera sanitaria. Una misura annunciata e contestata da tempo, con la quale l’esecutivo guidato da Mariano Royo conta di risparmiare 1,5 miliardi di euro l’anno.
L’assistenza gratuita, anche senza tesserà, sarà garantita solo per i casi di urgenza, per la tutela della matrenità, per i minori e per gli interventi che salvaguardano la salute pubblica, come ad esempio nella cura delle malattie infettive. Per le altre prestazioni, i clandestini dovranno pagare, con sistemi che verranno definiti dalle varie Comunidad, le regioni nelle quali è divisa amministrativamente la Spagna.
Alcune Comunidad non seguiranno però la linea dettata dal governo: Asturie, Canarie, Andalusia, Paesi Baschi, Catalogna e Galizia hanno già annunciato che continueranno a garantire l’assistenza medica gratuita almeno agli irregolari più poveri. Non si fermano, intanto, le iniziative di protesta e cresce il numero di medici, soprattutto di base, che si dichiarano “obiettori di coscienza” annunciando che non applicheranno la nuova legge.