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Spagna: via alla riforma dell’immigrazione

Il governo Zapatero approva progetto per modificare la legge attuale. Giro di vite sui ricongiungimenti

Roma – 22 dicembre 2008 – Contrastare i flussi irregoalri introducendo nuovi reati e pene più severe, collegare maggiormente i flussi d’ingresso al mercato del lavoro e finanziare i progetti di integrazione portati avanti dalle realtà locali.

Sono i tre assi della riforma dell’immigrazione varata venerdì scorso in Spagna dal governo Zapatero, che ora passerà al vaglio del  Congresso dei Deputati. Il testo  modifica una cinquantina dei 71 articoli della legge in vigore.

Sul fronte della lotta alla clandestinità, la riforma vuole alzare da 40 a 60 giorni, più 10 su richiesta giudiziaria, il limite massimo di detenzione nei centri di permanenza. Parallelamente riconosce però i diritti fondamentali di chi non ha i documenti, come  quello all’istruzione o all’ assistenza giuridica gratuita.

Giro di vite per i ricongiungimenti.  I genitori potranno arrivare solo se hanno più di 65 anni e se chi fa richiesta ha la residenza permanente, riconosciuta dopo cinque anni di soggiorno regolare in Spagna. Migliorano invece le condizioni per i ricongiungimenti con i figli dai 16 ai 18 anni, che una volta in Spagna avranno diritto a un permesso per lavoro.

”Sono misure per un’immigrazione legale e ordinata”, ha osservato Celestino Corbacho, ministro del Lavoro e dell’Immigrazione.

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