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Sportelli Unici. I dirigenti: “Senza precari, una tragedia”

Fino all’80% del personale è a tempo determinato. E scade il 31 dicembre

Roma – 7 dicembre 2010 – “Una tragedia”. Sono tutt’altro che rosee le previsioni per il nuovo anno dei dirigenti dei più grandi Sportelli Unici per l’Immigrazione. Se non si trovano i fondi e il modo almeno per prorogare i contratti dei lavoratori a tempo determinato, perderanno fino all’80% del personale. Avete letto bene, l’80%.

“Qui abbiano trenta lavoratori, ventitre sono a tempo determinato. La scorsa estate sono andati via gli interinali arrivati per la regolarizzazione e abbiamo dovuto chiudere le diciotto sedi decentrate. Se a fine dicembre vanno via anche questi ventitre, come faremo?” chiede Francesca Iacontini, dirigente dello Sportello Unico Immigrazione di Milano.

I precari, spiega Iacontini, “fanno tutto  e lo fanno molto bene. Sono qui da anni e ci sembrava scontata la stabilizzazione, poi con la crisi economica sono arrivati i tagli. Il Ministero conosce benissimo il problema e tutti i prefetti sono preoccupati. Per spostare personale a tempo indeterminato negli Sportelli Unici per l’Immigrazione dovrebbero creare buchi negli altri uffici”.

Anche a Napoli lo Sportello Unico si regge sui precari. “Sono l’80% del personale. Hanno fatto flussi, regolarizzazione, ricongiungimenti, censimento nomadi e tutte le altre attività dello Sportello. Ho già dovuto chiudere la sede distaccata quando sono andati via gli interinali, se perdiamo anche i tempi determinati le conseguenze saranno gravissime” ammette la dirigente Gabriella D’Orso.

Senza considerare chi perde il posto, le vittime principali dei tagli saranno gli utenti, dagli immigrati che chiedono un ricongiungimento alle imprese che vogliono assumere regolarmente manodopera straniera. “Le attese si allungheranno e il nostro ufficio avrà perso un bagaglio immenso di professionalità” denuncia D’Orso.

Tempi di risposta enormemente più lunghi faranno aumentare i ricorsi contro gli Sportelli Unici, così come le probabilità che i tribunali amministrativi diano ragione agli utenti e condannino la pubblica amministrazione a pagare le spese. C’è il rischio concreto, insomma, che i soldi risparmiati licenziando i precari lo Stato debba poi comunque sborsarli, per ordine dei giudici, a causa delle inadempienze degli Sportelli a corto di personale.

“Se non si conferma il personale a tempo determinato, da gennaio saremo di fronte a una tragedia grande quanto una casa” riassume efficacemente Fernando Santoriello, capo dello Sportello Unico di Roma, dove tre quarti personale è a tempo determinato. “Ho chiesto la mobilità interna, per reperire impiegati da altri uffici della prefettura, ma anche in quegli uffici sono oberati di lavoro e comunque per lavorare qui ci vuole una formazione specifica, i compiti sono delicatissimi”.

Basti pensare alle tante truffe legate alla regolarizzazione, per contrastare le quali lo Sportello collabora con la procura e la polizia giudiziaria. E proprio ora che è impegnato con le ultime pratiche della regolarizzazione, tra domande sospette e tanti ricorsi (“centocinquanta negli ultimi due mesi” ricorda il dirigente), sta per rimanere senza personale.

In questi giorni, per protesta, i precari della Capitale non fanno più front-office, anche perché, ufficialmente, non sarebbe tra le loro mansioni. Le conseguenze? “Lo Sportello adesso è aperto al pubblico solo la mattina e diamo informazioni esclusivamente via e-mail. Se prima facevamo cento, ora facciamo cinquanta. Da gennaio, senza precari, faremo molto meno” conclude Santoriello.

Elvio Pasca

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