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Stagionali. Coldiretti: “Fare presto sul decreto flussi”

Damiano (Pd): "Sacconi firmerà firmera’ il decreto flussi dopo il voto regionale?" Roma, 24 marzo 2010 – "C’è molta attesa nelle aziende agricole per il via libera all’ingresso di 80mila lavoratori stagionali immigrati dai quali dipende il 10% dei raccolti nelle campagne italiane dove stanno per iniziare i lavori di preparazione della primavera".

Lo sostiene la Coldiretti nel commentare l’annuncio del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi riguardo il nuovo decreto sui flussi migratori che consentirà l’ingresso stagionale per 80mila lavoratori che si occuperanno sopratutto dell’agricoltura e del turismo.

"Occorre fare presto poiché dopo la pubblicazione del decreto occorrerà attendere – sottolinea la Coldiretti – gli altri adempimenti amministrativi come il nulla osta dello Sportello unico presso la Prefettura e il rilascio del visto presto i Consolati all’estero con il rischio concreto che i ritardi mettano in difficoltà l`agricoltura che deve confrontarsi con i tempi dettati dall’andamento stagionale delle produzioni". La maggioranza dei lavoratori stagionali extracomunitari – sottolinea la Coldiretti – troverà infatti occupazione in agricoltura che, insieme al turismo e all’edilizia, "è il settore con maggiori opportunità occupazionali per questi lavoratori indispensabili nello svolgimento della generalità delle lavorazioni stagionali".

DAMIANO (PD), SACCONI FIRMERA’ DOPO IL VOTO PERCHE’ ASPETTA OK LEGHISTA?
”Il ministro Sacconi firmera’ il decreto flussi dopo il voto regionale perche’ deve ancora avere il benestare della Lega?”. E’ quanto sostiene in una nota Cesare Damiano, capogruppo del Pd nella commissione Lavoro di Montecitorio.”Vorremmo sentire, infatti, a proposito di questo provvedimento l’opinione degli alleati leghisti del ministro che tuonano quotidianamente contro i lavoratori immigrati accusandoli di rubare lavoro agli italiani – continua Damiano – E’ evidente che questo decreto, che riguarda lavoratori stagionali e non, e’ necessario per far funzionare il sistema economico del nostro Paese. Sarebbe bene, allora, non scatenare finte guerre tra lavoratori e intervenire sui veri nodi della crisi: una politica industriale per lo sviluppo, ammortizzatori sociali universali e sostegno al reddito per le famiglie. Soltanto in questo modo si puo’ rispondere adeguatamente al problema dell’occupazione che si fa ogni giorno piu’ critico”.

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