Si attende il via libera per 80mila ingressi. Nel testo, anche 2000 quote per lavoratori formati in patria Roma – 6 marzo 2009 – Avvistato a più riprese negli uffici dei ministeri dell’Interno e del Lavoro, il decreto flussi 2009 per i lavoratori stagionali extracomunitari è ancora latitante. Con buona pace di agricoltori e albergatori che lo attendono come il pane.
I dettagli, ribadisce chi ha lavorato sul testo, sono ormai definiti. Ottantamila lavoratori stranieri potranno dare una mano nei campi, nelle serre, nei frutteti e nelle strutture che accolgono le ondate stagionali di turisti, per poi tornarsene in patria quando non ci sarà più bisogno di loro. Per assumerli, domande via internet, anche con l’aiuto delle associazioni di categoria.
Tanti ingressi sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno e quindi non ci sarà bisogno di corse al clic. Ma finchè il governo non firma e il decreto non viene pubblicato, tutto è fermo.
Non aspettano solo gli stagionali, perché si è deciso di inserire nel testo anche 2000 quote per lavoratori subordinati formati nei Paesi d’origine da associazioni di categoria e altri organismi italiani. L’articolo 23 del Testo unico sull’immigrazione prevede una corsia preferenziale per questi lavoratori, che invece sono stati ignorati dall’ultimo decreto flussi, che ha ripescato solo vecchie domande.
Un raffronto con quello che è successo 2008 fa capire quanto è grave il ritardo.
L’anno scorso il decreto flussi per gli stagionali arrivò in Gazzetta ufficiale il 3 gennaio e dal 1 febbraio fu possibile presentare le domande. Seguirono l’esame, l’assegnazione delle quote, il rilascio dei visti d’ingresso e finalmente l’arrivo dei lavoratori. Un cammino lungo, che quest’anno non è ancora nemmeno iniziato.
Elvio Pasca