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Stop al welfare per gli immigrati comunitari, offerta Ue alla Gran Bretagna

In caso di arrivi di massa, Londra potrebbe limitare l’accesso dei lavoratori Ue ai sussidi legati. Le proposte presentate dal presidente del Consiglio europeo Tusk per scongiurare la Brexit

 

Bruxelles – 2 febbraio 2016 – Si chiama “meccanismo di salvaguardia”, qualcuno l’ha chiamato “freno d’emergenza”, di fatto sono le restrizioni che il Regno Unito potrà far scattare contro l’accesso al welfare dei lavoratori immigrati comunitari. Una delle offerte arrivategli da Bruxelles pur di scongiurare la sua uscita dalla Ue. 

È stato il presidente del consiglio europeo Donald Tusk a presentare oggi a Bruxelles un pacchetto di proposte per rispondere alle richieste avanzate dal governo Cameron. Ora partono le trattative con Londra e con gli altri 27 governi dell’Ue, con l’obiettivo di approvare il pacchetto, con eventuali modifiche, nel Consiglio del 18 e 19 febbraio.

Mantenere l’unità dell’Unione Europea è la più grande sfida per tutti noi e perciò è un obiettivo chiave del mio mandato” ha scritto Tusk presentando le proposte, che, sostiene, comunque “non oltrepassano la linea dei principi sui quali è fondato il progetto europeo”.  “Stare o non stare insieme – ha aggiunto parafrasando Amleto –  questo è il problema…” 

Le proposte intervengono in quattro aree: “governance economica”, “competitività”, “sovranità”, e “benefici sociali e libera circolazione”. 

Su quest’ultimo fronte, una prima modifica riguarda i benefici, come ad esempio gli assegni familiari, destinati ai figli che gli immigrati comunitari hanno lasciato in patria. Secondo la proposta presentata oggi, questi potrebbero essere modulati in base al costo della vita nel Paese di provenienza. 

Ciò che però probabilmente farà più discutere è un nuovo meccanismo di “allerta e salvaguardia” per rispondere ad arrivi “di dimensioni eccezionali per un esteso periodo di tempo” di lavoratori da altri Paese membri. Un Paese membro potrà limitare fino a quattro anni l’accesso dei nuovi arrivati ai sussidi previdenziali, come l’assegno di disoccupazione. 

Per far scattare questo meccanismo, il Paese dovrà dimostrare alla Commissione e al Consiglio Europeo la serietà delle ricadute di quella situazione eccezionale sul suo sistema di sicurezza sociale. La Commissione esaminerà la situazione e potrà quindi proporre al Consiglio di autorizzare per un determinato periodo di tempo le restrizioni. Queste scatteranno solo con l’ok di una maggioranza qualificata dei capi di Stato o di governo. 

Stranieriinitalia.it

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