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Storie di immigrati: arriva al cinema ‘Crossing over’

Protagonista Harrison Ford, agente – difensore dei diritti di chi arriva negli States in cerca di una vita migliore 

Roma – 27 giugno 2009 – Dopo Crash e Babel, gli Stati Uniti sfornano un’altra pellicola sull’immigrazione. Si chiama Crossing Over (Passare il confine) ed è ha debuttato sui grandi schermi italiani il 26 giugno. In film, diretto da Wayne Kramer, già autore di The Cooler, tratta, attraverso vari episodi, sogni, drammi, speranze e difficoltà quotidiane dei tanti immigrati che a Los Angeles lottano per ottenere la cittadinanza statunitense.

Max Brogan (Harrison Ford) è un agente tutto d’un pezzo dell’Immigration and Customs Enforcement (Ice) di Los Angeles. Uno che ha giurato di far rispettare le leggi sull’immigrazione e di occuparsi sopratutto di salvaguardare quelle migliaia di persone che cercano di entrare negli Stati Uniti alla ricerca di una vita migliore. Gli States offrono una speranza ai molti clandestini che cercano di entrare, ma questa ha spesso un costo troppo alto. A parte quelli che ottengono la cittadinanza legalmente, spesso attraverso un lungo processo burocratico, ci sono quelli che non ci riescono e si ritrovano, da clandestini, in un paese dove virtualmente tutto può essere comprato. E la valuta sono sesso, violenza e tradimento.

Il film mostra come la questione immigrazione vada oltre le competenze di Brogan e dei suoi colleghi o dell’avvocato Denise Frankel (Ashley Judd), un avvocato difensore. I loro destini si intersecano, per necessità o per caso, con quelli dell’operaia messicana Mireya Sanchez (Alice Braga), della sorella di Hamid Baraheri, Zahra (Melody Khazae), della ragazza del Bangladesh Taslima Jahangir (Summer Bishil), del musicista inglese Gavin Kossef (Jim Sturgess), dell’attrice australiana Claire Shepard (Alice Eve), e dell’adolescente coreano Yong Kim (Justin Chon).

Tra le storie raccontate quella di una madre single deportata senza il suo bambino; di una liceale i cui temi provocatori attirano l’attenzione dell’Fbi; di una attrice disposta a prostituirsi per ottenere la carta verde; di un musicista senza soldi che cerca di costruirsi una carriera e, infine, di un adolescente coreano diviso tra due mondi. Il regista Wayne Kramer ha conosciuto l’esperioenza migratoria in prima persona: è nato in Sud Africa ed è diventato cittadino americano nel 2000. Per anni ha abitato a Los Angeles svolgendo anche i lavori più umili, fantasticando di diventare regista e sceneggiatore. E nella patria del sogno americano ci è riuscito.

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