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Strage di Lampedusa. Sgominata banda di trafficanti

altOperazione della Polizia, nove arresti e cinque indagati a piede libero. Organizzavano il viaggio in Italia a partire dal Sudan, passando per la Libia. Una cellula in Italia organizzava la permanenza qui o la partenza verso altre destinazioni in Europa o in America

Palermo – 1 luglio 2014 – Un ”pericoloso sodalizio malavitoso transnazionale, composto da soggetti eritrei, etiopi e sudanesi, che ha favorito, traendone ingenti profitti economici, l’immigrazione illegale di diverse centinaia di connazionali”.

E’ quanto emerso dalle indagini delle Squadre mobili di Palermo ed Agrigento coordinate dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato sulla strage di Lampedusa in cui morirono, il 3 ottobre scorso, almeno 366 migranti: sono nove le persone fermate oggi dalla polizia e cinque quelle indagate a piede libero nelle province di Agrigento, Catania, Milano, Roma e Torino.

I provvedimenti – riferisce una nota della Polizia – sono stati emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo ed i 14 destinatari sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, nonche’ di favoreggiamento dell’immigrazione e della permanenza clandestina, aggravati dal carattere transnazionale del sodalizio malavitoso.

Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi figurano un cittadino etiope e uno cittadino sudanese, ritenuti, da tempo, tra i piu’ pericolosi e importanti trafficanti di migranti. In particolare, dalle indagini e’ emerso che il sudanese aveva nel suo paese il ruolo di raccogliere, a Khartoum, una consistente parte di migranti che venivano trasferiti, spesso con modalita’ vessatorie, in Libia, a Tripoli. Qui entrava in scena l’etiope che, dopo aver tenuto segregati i migranti in diverse abitazioni di cui ha disponibilita’ nella capitale libica, li faceva imbarcare su natanti fatiscenti diretti verso le coste siciliane.

Le indagini hanno consentito anche di individuare una cellula della medesima associazione criminale, composta da cittadini eritrei operanti in Italia, in particolare nelle province di Agrigento e Roma, che favoriva la permanenza illegale di migranti clandestini sul territorio nazionale e ne agevolava il successivo espatrio, sempre illegalmente, verso altri Paesi dell’Unione europea, in particolare Norvegia e Germania, o del continente americano, tra tutti il Canada.

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