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Strage di Steccato di Cutro: tre condanne per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morti nel naufragio

Roma, 11 dicembre 2024 – Si è concluso presso il Tribunale di Crotone il processo di primo grado con rito ordinario agli ultimi imputati accusati di essere coinvolti nella tragedia del caicco Summer Love, naufragato il 26 febbraio 2023 a circa 100 metri dalla costa di Steccato di Cutro. La sentenza ha portato a tre condanne per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte in conseguenza del reato, ma non per naufragio colposo.

Il tribunale ha condannato Sami Fuat, 51 anni, turco, e Hasab Hussain, 22 anni, pakistano, a 16 anni di reclusione, e Khalid Arslan, 26 anni, anch’egli pakistano, a 11 anni, un mese e 10 giorni. Gli imputati sono stati assolti dall’accusa di naufragio colposo, poiché il giudice ha stabilito che non avevano un ruolo diretto nella conduzione della barca, ma sono stati ritenuti attivamente coinvolti nella gestione dei passeggeri del viaggio.

La tragedia del Summer Love

Il caicco Summer Love, sovraccarico di migranti, si schiantò contro una secca poco prima di raggiungere la costa, andando in frantumi e causando la morte di 94 persone, tra cui 35 bambini e ragazzi, alcuni di pochi mesi. Almeno una decina di persone risultano ancora disperse. Degli 85 sopravvissuti, alcuni hanno fornito testimonianze decisive per l’accusa.

Secondo il pubblico ministero Pasquale Festa, Hussain aveva un ruolo organizzativo nella traversata: sul suo telefono sono state trovate numerose prove, tra cui foto di documenti, assegni e transazioni bancarie di altri migranti. Durante il processo, i due imputati pakistani hanno negato ogni responsabilità, dichiarandosi semplici passeggeri, ma le prove e le testimonianze raccolte hanno portato alla loro condanna.

Altri imputati e sviluppi giudiziari

I processi per gli altri imputati hanno già portato a pesanti condanne. Mohamed Abdessalem, siriano di 26 anni, e Gun Ufuk, turco di 29 anni, sono stati condannati a 20 anni di carcere ciascuno con rito abbreviato. Guler Bayram, siriano di 35 anni e considerato uno degli organizzatori principali del viaggio, è morto nel naufragio.

Rimangono aperti altri fronti giudiziari relativi alla tragedia. La Procura di Crotone ha chiesto il rinvio a giudizio di sei militari, quattro appartenenti alla Guardia di Finanza e due della Capitaneria di Porto, accusati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo. La notte della tragedia, infatti, non scattò un’operazione di ricerca e soccorso nonostante la segnalazione ricevuta da un aereo Frontex. Secondo l’accusa, vi furono “inerzie” ed “omissioni” nella gestione dell’emergenza da parte dei due corpi.

La risposta della giustizia e il peso della tragedia

Con la sentenza si chiude la prima fase di un processo complesso che ha cercato di fare luce su una delle più gravi tragedie del Mediterraneo. Rimane però aperta la questione delle responsabilità istituzionali, in attesa della decisione del Gip sull’eventuale processo ai sei militari coinvolti.

La tragedia del Summer Love continua a rappresentare un monito drammatico sulla crisi migratoria e sulle responsabilità condivise tra chi organizza i viaggi della speranza e le istituzioni chiamate a salvare vite umane.

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